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UN ATTO DI RICONOSCENZA PER ANTONIO PRESTI

Di Ottavio Cappellani |

Questa rubrichina ha aspettato un po’ prima di intervenire sulla vicende de “Le Rocce”, lo scheletro di un villaggio sul mare a Capo Mazzarò, abbandonato da oltre cinquant’anni, che Antonio Presti e la sua Fondazione Fiumara d’Arte, grazie a un comodato d’uso, aveva cominciato, a sue spese, a ristrutturare e mettere in sicurezza per aprirla al pubblico. Una sentenza del CGA (che Antonio Presti, per primo, esegue e non discute) ha annullato il comodato ritenendo che potessero esservi atti “speculativi”.

Spiace che nella procedura che ha giustificato la sentenza non vi sia stato spazio per la testimonianza di centinaia, forse migliaia, di artisti che presso la Fiumara d’Arte hanno trovato, da decenni, ospitalità, ispirazione, luoghi di lavoro condivisi: l’unica residenza per artisti che dona vitto e alloggio e strumenti di lavoro in Italia; una delle poche del mondo (alla sua altezza soltanto la Fondazione Ford di Berlino). Che la Fondazione Fiumara d’Arte, Antonio Presti, il vicepresidente Gianfranco Molino, potessero anche lontanamente avere intenzione di “speculare” (cosa legittima, per carità) è quanto di più lontano dalla storia personale e pubblica dei protagonisti.

Abbiamo aspettato prima di parlarne. Volevamo vedere la reazione della cosiddetta “società civile”, pronta a scendere in piazza (e in maniera anche violenta) quando si tratta di propaganda elettorale. Abbiamo aspettato la reazione degli artisti e degli intellettuali: nulla, oltre alle frasi di circostanza (ma quanto si agitano se c’è un posto di direttore di teatro libero). Abbiamo aspettato un sindaco, un solo sindaco, che dicesse: “Date a me Le Rocce, le restituirò alla Fiumara”. Nulla, anzi c’è stata la corsa ad accaparrarsi questo posto dimenticato da mezzo secolo.

Dal “basso” succede sempre di meno. Purtroppo. Così, dal basso, chiediamo a Nello Musumeci se non sia il caso di promuovere un atto di riconoscenza per Antonio Presti e per quanto ha fatto per la cultura e l’arte contemporanea in Sicilia.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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