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Covid: la curva dei contagi in netta discesa, Sicilia a grandi passi verso la zona gialla

Di Redazione |

PALERMO – “La Sicilia ha avuto da sempre un’incidenza più bassa di quella nazionale. Adesso, negli ultimi tempi, mentre si è registrato un calo di incidenza in tutte le regioni, la Sicilia dopo le vacanze di Pasqua ha stentato ma dai dati più recenti attualmente anche l’isola ha intrapreso un trend in netta discesa”. A dirlo è Salvatore Scondotto, coordinatore della Struttura sanitaria di supporto per l’emergenza Covid in Sicilia.

I numeri sono in discesa e l’RT dall’ultimo report dell’ISS è sceso al di sotto di 1 (0.89) con una riduzione del 17 per cento dei contagi. Dati importanti, soprattutto in vista di un periodo delicato come quello estivo e soprattutto nella speranza di vedere l’Isola passare in zona gialla da lunedì 17 maggio.

L’appiattimento della curva epidemica è confermato anche dai dati della settimana appena conclusa, elaborati dall’Ufficio statistica del Comune di Palermo, che mostrano per la terza settimana consecutiva segnali di miglioramento in Sicilia: diminuiti nuovi positivi, attuali positivi, ricoverati, ricoverati in terapia intensiva. E’ però aumentato il numero dei deceduti.

Nella settimana appena conclusa i nuovi positivi in Sicilia sono 5.568, il 16% in meno. Il numero degli attuali positivi è pari a 22.145.   Le persone in isolamento domiciliare sono 21.035, 2.435 in meno rispetto alla settimana precedente. I ricoverati sono 1110, di cui 136 in terapia intensiva. Sono diminuiti di 201 (i ricoverati in Terapia intensiva  sono diminuiti di 27). Nella settimana appena conclusa si sono registrati 29 nuovi ingressi in terapia intensiva (-55% rispetto alla settimana scorsa). Il numero dei guariti (188.122) è cresciuto di 8.067. La percentuale dei guariti sul totale positivi è pari all’87%. Le persone decedute sono state 137. Complessivamente i deceduti in Sicilia sono 5.560.

Grande supporto alla riduzione di contagi e ospedalizzazioni ha dato certamente la campagna vaccinale: «Siamo partiti dalle fasce d’età più avanzate e questo sta pagando perchè iniziamo finalmente a registrare un forte calo di incidenza delle fasce d’età, in particolare sopra gli 80 anni e adesso anche sopra i 70 anni, ma anche per quanto riguarda gli operatori sanitari – spiega ancora Scondotto -. All’inizio e fino a dicembre per quest’ultima categoria avevamo circa il 2% dei casi che era riferibile agli operatori sanitari, oggi abbiamo soltanto lo 0,2 dei casi, una media di 10-15 casi a settimana e stiamo parlando di casi che non hanno quella rilevanza clinica che invece potevano avere in epoca pre-vaccini: sono tutti casi asintomatici o pauci-sintomatici».

«La campagna vaccinale sta avendo i suoi effetti, è mutata anche la distribuzione dei casi per fasce d’età – sottolinea Scondotto -. Mentre prima avevamo picchi di incidenza e di mortalità molto alti nelle fasce d’età avanzate, adesso il virus si è spostato nelle fasce meno avanzate, soprattutto quelle che si muovono di più, quindi i giovani e fasce d’età lavorative. Quindi man mano che progredirà la vaccinazione ci auspichiamo che si possa contenere il virus anche in queste fasce d’età. Bisogna sempre tenere conto che la vaccinazione ha bisogno di raggiungere il 70 percento minimo di copertura della popolazione e la stessa vaccinazione ha un’efficacia del 95% di copertura, quindi c’è sempre un margine di rischio che tutti noi dobbiamo imparare a convivere e quindi in questa fase massima attenzione, l’auspicio sarebbe quello di arrivare in estate col minimo dei casi possibili, in maniera tale di non avere una ricrescita come quella che abbiamo visto lo scorso autunno”. 

«E’ auspicabile che nelle prossime settimane si abbia un contenimento efficace dell’andamento della pandemia, fermo restando la necessità di adozione di interventi di mitigazione sul territorio e le solite misure di distanziamento e di precauzione che sono raccomandate a livello internazionale – sottolinea Scondotto -. Attualmente abbiamo registrato, dall’inizio dell’epidemia, circa 214 mila casi per un ammontare del 4% della popolazione generale, suddivisi in tre picchi. Ogni volta che c’è un incremento di casi sul territorio, dopo circa un paio di settimane, si assiste ad un aumento dell’ospedalizzazione quindi successivamente anche ad un aumento della letalità. E’ fondamentale, per tali motivi, lavorare attraverso le misure di prevenzione su tutta la comunità ma anche sulla campagna vaccinale di massa che si sta implementando su tutto il territorio».

A destare qualche perplessità, dubbio e timore sono le varianti, ma al momento, la situazione è sotto controllo: «Come nel resto d’Italia, da fine del 2020 si è iniziato ad assistere ad una diffusione delle varianti, in Sicilia da gennaio abbiamo cominciato a registrare casi di varianti – afferma il coordinatore della Struttura sanitaria di supporto per l’emergenza Covid in Sicilia -. In Italia al momento l’ultima flash survey ci da una prevalenza di oltre il 90 per cento, intorno al 95, quindi praticamente il genotipo originario virale è stato completamente soppiantato dal nuovo». 

«Queste nuove varianti sono caratterizzate da una maggiore capacità di diffusione e quindi è probabile che buona parte della curva epidemica degli ultimi mesi sia stata accelerata dalla presenza di queste nuove tipologie di virus – conclude Scondotto -. Quindi nelle prossime settimane dovremo attentamente monitorare anche a livello mondiale l’emersione di nuove varianti perchè questo può condizionare in qualche maniera la velocità di riproduzione e di contagio della malattia». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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