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Ponte Stretto: We Build “vede” il cantiere in 6 mesi, il governo frena

Di Redazione |

Poco più di tre chilometri di mare e un dibattito su come attraversarli che dura da decenni. La Calabria e la Sicilia da sempre si guardano, si sfiorano, si specchiano in quel braccio di mare che è lo Stretto di Messina. Tanti lavoratori e pendolari si spostano quotidianamente tra una riva e l’altra realizzando un “ponte” culturale, sociale ed economico, quell’integrazione che caratterizza questi territori.

Tutti in attesa di conoscere come sarà attraversato lo Stretto in futuro, se dopo anni di dibattiti il collegamento stabile sarà realizzato e se intanto verranno potenziati quelli attuali. Il Ponte sullo Stretto è “un’infrastruttura strategica” e “una priorità fondamentale”, vanno ripetendo i presidenti delle due Regioni, il calabrese Nino Spirlì e il siciliano Nello Musumeci, che poche settimane fa hanno annunciato un “documento congiunto per chiedere al nuovo Governo di riavviare il progetto”.

Recentemente il gruppo WeBuild ha rilanciato il progetto della “madre” di tutte le infrastrutture con l’ad Pietro Salini che ha parlato del Ponte sottolineando i benefici in termini di occupazione e i costi da pagare per la mancata realizzazione. Oggi in una intervista al Sole24Ore Massimo Ferrari, general manager corporate and finance di Webuild, ha inserito la capacità di far partire il cantiere per lo stretto di Messina nel giro di sei mesi tra le grande sfide che il gruppo di costruzioni si pone per l’anno a venire.

Ma questa mattina il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani – intervenuto a The Breakfast Club su Radio Capital – si è manifestato molto poco favorevole all’opera. Il Ponte sullo stretto – ha detto – «”mi lascia perplesso. Lì da un lato c’è una situazione di sismicità critica, dall’altro lato penserei più a potenziare le infrastrutture fondamentali per Sicilia e Calabria. Per ora aspetterei, ma non ho studiato il progetto».

Immediata la reazione di Matilde Siracusano, deputata messinese di Forza Italia e grande sostenitrice dell’attraversamento stabile della Stretto di Messina. «Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, sbaglia a liquidare con poche parole e senza aver approfondito tutti i dossier disponibili – per sua stessa ammissione – il tema della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Anche da questa affrettata presa di posizione emerge come sul collegamento stabile tra Sicilia e Calabria esista ormai una sorta di pregiudizio ideologico assai difficile da superare. Forza Italia ribadisce la necessità di inserire l’opera nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, sostenendo nei tavoli europei la necessità di una deroga al vincolo temporale, ovvero finanziando con il Recovery Fund le opere infrastrutturali terrestri e completando l’attraversamento dello Stretto con i Fondi di sviluppo e coesione, e con quelli strutturali. Gli ostacoli materiali non sono assolutamente insormontabili, auspichiamo che non lo siano neanche quelli culturali di chi deve compiere le scelte di governo. Il Ponte rappresenta una priorità fondamentale per il Sud e per il suo sviluppo economico». 

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