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“Silicon Valley. No_Code Life”, viaggio per immagini in un luogo tanto reale quanto apparente
No_Code, progetto ideato dal gruppo italiano del lusso Tod’s che fonde la tecnologia emergente con l’artigianalità italiana, presenta il libro “Silicon Valley. No_Code Life”, edito da Rizzoli International. Un viaggio on the road nella Silicon Valley vista dal fotografo iraniano-americano Ramak Fazel.
Con la sua Rolleiflex analogica al collo, Fazel ci accompagna in un’indagine antropologica che utilizza il mezzo della fotografia per esplorare uno dei luoghi più protetti al mondo.
Palo Alto, Menlo Park, Stanford University, Woodside, SLAC Accelerator, NASA Research Center, Google, Mountain View, Cupertino, Apple, Orinda, Hacker Dojo, Creekside, San Jose, Half Moon Bay, Mavericks e San Francisco, queste le tappe di un percorso che intende rappresentare la vita reale nella celebre Valley, andando oltre quello che ci viene raccontato costantemente dai media. Cosa c’è dietro le immagini ufficiali delle grandi aziende tecnologiche? Come vivono gli abitanti di questa striscia di terra californiana sotto San Francisco? Dove vivono? Che case hanno? In quali ristoranti mangiano? Quali macchine guidano? Come si divertono?
La Silicon Valley è un “non luogo”. Non esistono segnali stradali, né linee di confine che la delimitano.. quindi, da una prospettiva puramente geografica, la Silicon Valley non esiste. L’espressione “Silicon Valley” fu usata per la prima volta dal giornalista Don Hoefler in un articolo del 1971 realizzato per il settimanale Electronic News.
Le 128 immagini del saggio visivo, scattate alla fine del 2019, esattamente qualche settimana prima che la pandemia cambiasse il mondo, hanno lo scopo di esaminare la vita quotidiana nella Valley offrendo così uno strumento utile a riconsiderare la collisione tra la controcultura californiana degli Anni Sessanta e Settanta e l’atomizzazione digitale che ne è seguita.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA