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Il pentito di mafia catanese Maurizio Avola: «Così diedi il segnale per uccidere Paolo Borsellino»

Di Redazione |

«Sono l’ultima persona che ha visto lo sguardo di Paolo Borsellino, prima di dare il segnale per fare quella maledetta esplosione. Mi accendo la sigaretta, lo guardo, mi soffermo, mi rigiro e faccio il segnale».

Così il sicario del clan Santapaola, Maurizio Avola, che si è accusato di decine di omicidi per conto di Cosa nostra, si chiama per la prima volta in causa tra gli autori della strage di Via d’Amelio in un video pubblicato dal l giornale online Tpi.it. Le sue dichiarazioni, rese alla Procura di Caltanissetta, fanno parte del libro del giornalista Michele Santoro, “Nient’altro che la verità”, in uscita il 29 aprile per Marsilio. La presenza di Avola, condannato anche per l’omicidio del giornalista Giuseppe Fava a Catania, a Palermo per l’uccisione di Paolo Borsellino e della sua scorta non era ancora emersa in sede di processi per la strage di Via D’Amelio e le sue dichiarazioni sono al vaglio della Dda Nissena. Il pentito Gaspare Spatuzza, teste chiave del nuovo processo dopo la revisione di quello nato dalle dichiarazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino, non ha mai parlato della presenza di Avola sul luogo dell’attentato. 

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