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Brescia in A, il coro razzista dei giocatori: «Terùn terùn»
Cori contro le formazioni meridionali nella festa promozione. Un episodio che macchia la risalita in Serie A del Brescia, avvenuta nel pomeriggio di mercoledì 1 maggio a otto anni di distanza dall’ultima volta grazie alla vittoria per 1-0 sull’Ascoli. Succede tutto a fine partita, ai piedi della curva che ospita il tifo di casa. Megafono alla mano, i calciatori bresciani chiamano i canti dei loro tifosi, fino a che il microfono non passa in mano a Ernesto Torregrossa, vicecannoniere della squadra con 12 reti. “La nostra preferita, quella preferita di tutte” spiega Torregrossa suggerendo al pubblico un coro. Reso esplicito da Leonardo Morosini, che strappa il megafono al compagno e invita il pubblico a saltare al grido di “Terùn, terùn”. Un chiaro riferimento dal tono goliardico ma di dubbio gusto al Lecce, secondo alle spalle dei lombardi, e al Palermo, terzo in classifica. Ernesto Torregrossa, che è di San Cataldo, nel Nisseno, sembra dissociarsi. Alfredo Donnarumma che è di Torre Annunziata, sembra invece divertito.