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Nubifragio a Verona, gente in strada con l’acqua fino al collo

Di Redazione |

Verona sta lentamente cercando di tornare alla normalità dopo la tromba d’aria che ieri pomeriggio ha sconvolto non solo molti quartieri della città, ma anche varie zone della provincia, compresa la Valpolicella, celebre per i suoi vini. I Vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte assieme alla Polizia locale e alla Protezione civile per mettere in sicurezza numerose strade e le costruzioni dove la furia del maltempo ha scoperchiato i tetti. Sono almeno 500 gli alberi caduti, completamente sradicati dalla furia del vento. Alcuni interventi sono stati eseguiti anche con le idrovore per liberare le aree inondate dall’acqua. I lavori proseguiranno oggi e nei prossimi giorni con il supporto di Amia, l’azienda comunale che si occupa del verde pubblico. Particolarmente colpita la zona collinare delle Torricelle, dove la strada principale che collega con la città è interrotta. Il bilancio di questa calamità è solo all’inizio, sono in corso verifiche su eventuali conseguenze a capannoni industriali e per stimare la conta dei danni, sicuramente ingenti, causati dagli allagamenti a negozi, garage e scantinati. Sott’acqua la sala d’attesa e alcune stanze del pronto soccorso dell’ospedale di Borgo Trento ed anche una sala dell’ortopedia al Polo Confortini, dove è crollata anche parte del controsoffitto della hall. Il sindaco Federico Sboarina è rientrato in anticipo dalle vacanze per seguire gli interventi di soccorso. «Ho ricevuto le telefonate di solidarietà da tutta Italia. Dalla seconda carica dello Stato, senatrice Elisabetta Alberti Casellati, dal ministro D’Incà che porterà la nostra sciagura in consiglio dei ministri» ha spiegato. Il governatore Zaia ha firmato lo stato di emergenza dopo un’ora dall’uragano che si è abbattuto su Verona. Confcommercio Verona ha già messo a disposizione il proprio supporto per censire i danni e fornire tutta l’assistenza necessaria agli imprenditori. Ancora imprecisato il numero delle auto pesantemente danneggiate dagli alberi crollati o devastate dalla grandine, con chicchi grossi come sassi.

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