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Dell’Utri riassapora la libertà: «Sono frastornato». E saluta i «colleghi carcerati»

Di Redazione |

MILANO – «Mi sento frastornato dalla libertà». Marcello Dell’Utri nella prima giornata da uomo libero qualche parola, nonostante il divieto dei suoi legali, la dice. E la dice proprio all’uscita dello studio milanese di uno dei suoi difensori, Francesco Centonze, dove questo pomeriggio si è recato per un lungo colloquio in vista dei prossimi appuntamenti nelle aule di giustizia a partire da quello del 12 dicembre con il magistrato di sorveglianza di Milano che dovrà decidere se disporre per lui qualche misura di sicurezza.

«Devo ancora abituarmi, mi sento frastornato dalla libertà, dalla eccessiva libertà», ha spiegato davanti ai taccuini e alle telecamere l’ex senatore di Forza Italia che ha appena finito di espiare una pena di 5 anni e qualche mese al netto della liberazione anticipata per concorso esterno in associazione mafiosa. Stamani, infatti, i carabinieri gli hanno consegnato a casa, nell’appartamento della moglie a Milano 2, complesso residenziale immerso nel verde costruito da Silvio Berlusconi negli anni ’70, l’atto di scarcerazione. Poi un pranzo leggero al ristorante e dopo al “lavoro” dal suo avvocato.

«Sto bene, vorrei andare al cinema, anche solo a mangiare in un ristorante, in fondo la libertà che cos’è? Andare al cinema, andare al ristorante, tutto qua», aggiunge. E a chi gli chiede che cosa gli sia mancato di più in questi anni risponde: «Sa che non lo so?». Fa sapere che andrà avanti con gli studi universitari di storia e letteratura. «Ho fatto sette esami. – precisa – In questi anni le commissioni d’esame sono venute in carcere, uno l’ho dato a Bologna, perché me lo hanno consentito durante i domiciliari».

Ovviamente non poteva mancare la domanda sulla decisione del Cavaliere di non testimoniare al processo sulla presunta trattativa Stato Mafia ma qui la replica è stata un no comment: «Non ho nulla da dichiarare». Dell’Utri non ha detto se lo ha chiamato Silvio Berlusconi. «Sono assillato, dai giornali soprattutto, ma anche dalle chiamate di tantissime persone e amici» ha spiegato.

Nel suo primo giorno da uomo libero, l’ex parlamentare azzurro ha voluto mandare un saluto a chi invece è ancora in cella, ai «colleghi carcerarti, che ho lasciato quando sono uscito, saluto tutti affettuosamente».

«Lo stare in libertà rende più semplice curarsi e più semplice difendersi», spiega l’avvocato Centonze, che con il collega Alessandro De Federicis, sta preparando la linea difensiva anche in vista della prossima scadenza del 12 dicembre. Per quel giorno il giudice di sorveglianza ha fissato un’udienza (a porte chiuse) alla quale Dell’Utri non è obbligato a partecipare e nella quale i suoi legali e un pm discuteranno se l’ex senatore, che non ha saldato i conti con la giustizia (è in corso il processo sulla trattativa per cui in primo grado ha presi 12 anni per esempio), è ancora pericoloso socialmente.

La valutazione sulla pericolosità sociale è il presupposto per l’applicazione o meno della misura di sicurezza della libertà vigilata e delle relative prescrizioni. Valutazione che spetterà al giudice Giulia Turri che, sul caso, ha già avviato un’istruttoria prevista.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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