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Siracusa, l’ex sottosegretario Foti: «Feci campagna elettorale per Garozzo, scusatemi»

Di Massimo Leotta |

Da quella foto, che ritrae l’appena sindaco Giancarlo Garozzo e il sempre potentissimo Gino Foti («ma fu lui a insistere per quello scatto», dice l’ex sottosegretario), pubblicata il giorno dopo la vittoria delle elezioni amministrative e sfoggiata sul profilo Facebook sembra passato un secolo. “Così non avete bisogno di fare fotomontaggi”, scrisse Garozzo sui social network rivendicando un rapporto che oggi corregge con un «i fotiani sapevano che non eravamo la stessa cosa».

Una frase quella del sindaco di Siracusa che è il colpo di grazia a un rapporto, quello tra Foti e Garozzo che, via Giovanni Cafeo, si è completamente deteriorato.

E il giorno dopo le affermazioni del sindaco, lui, Foti, esordisce con un «non posso rispondere su molti argomenti perché sono solo un simpatizzante del Pd e non un iscritto», poi però apre il coperchio e risponde su tutto.

«Mi dolgo del fatto che pur conoscendo nomi e circostanze in relazione a quelle che ha definito infiltrazioni della criminalità nel Pd – ha detto Foti – Garozzo non abbia parlato. Lo fa adesso? Bene».

Poi la questione relativa al “nome di un sindaco non può essere utilizzato e millantato”.

«Se si riferisce alla vicenda Augusta (quella dove Foti era considerato il “capo dei due coglioni” Garozzo e Cafeo ndr) voglio dire che se qualcuno mi chiede “conosci il sindaco?” io rispondo “sì, lo conosco. Provo a parlare con lui”. Se questa cosa lo ha offeso chiedo scusa. Ma già che ci sono chiedo scusa anche a tutte le persone a cui ho chiesto di votarlo, chiedo scusa per averlo scelto, votato e considerato cristiano».

Poi Foti ribadisce quando già detto in una intervista a Laura Valvo l’8 luglio scorso.

«Non ricordo di aver avuto comunità di affari né con Garozzo – dice l’ex sottosegretario e quattro volte deputato della Repubblica, Gino Foti – né con chiunque altro abbia svolto il ruolo di sindaco. Non ho mai chiesto un assessore, ma non ho mai chiesto una delibera nei confronti della quale avessi un qualche tipo di interesse».

Quindi ancora quella foto. «Ricordo bene – dice Foti -. Nella segreteria c’era almeno un centinaio di persone. Garozzo si sedette accanto a me e fece scattare la foto. Questa eventuale paternità l’ha scelta lui. Anche perché io ho da pensare ai miei di figli, francamente».

E Cafeo, accusato di incoerenza da Garozzo perché quando era capo di gabinetto condivideva il principio “prima il Comune e poi il Pd”? Lui non parla davvero, ma a qualche amico ha confidato: «Giusto. Ma aggiungo prima il Comune e poi Garozzo».

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