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I siciliani dello scandalo dei Panama Papers

I siciliani dello scandalo dei Panama Papers Nell’elenco anche il catanese Impellizzeri

L' agente di scommesse già coinvolto nell'inchiesta "Treni del gol" 

Di Redazione |

Catania  – Compaiono anche i primi nomi siciliani nell’elenco, denominato Panama Papers, già pubblicato da L’ Espresso, degli degli italiani che hanno depositi nella Città di Panama. Ora spuntano anche i nomi dei vip siciliani, due catanesi, due siracusani e i due figli del palermitano Vito Palazzolo, ora in carcere, che è stato il commercialista di Cosa Nostra fondando un impero in Sudafrica. Correntista panamense è anche Massimo Ciancimino, il figlio dell’ex sindaco di Palermo.

Comiciamo dal catanese Francesco Corallo, 53 anni, figlio di Tanino Corallo che negli anni 70 inaugurò i primi viaggi nelle case da gioco di tutto il mondo e fondò nei Caraibi, a Saint Marteen, il primo albergo-casinò. Non era un «porteur», ma un imprenditore del settore, anche se poi finì in carcere (scontato da molti anni) come affiliato della cosca Santapaola. Il figlio Francesco ha una storia altrettanto interessante perché, gestendo società di gioco ai Caraibi era entrato in contatto anche con Fini andato a Saint Marteens per fare caccia subacquea. E proprio una società dell’isola di Santa Lucia consentì l’acquisto dell’appartamento di Montecarlo per il cognatino dell’allora presidente della Camera. Si sospetta che grazie anche a queste amicizie politiche Francesco Corallo potè sbarcare in Italia per impiantare una grossa società di slot machine, la «Bplus Giocolegale».

Il secondo catanese è Giovanni Luca «Re Leone» Ipellizzeri, agente di commercio online coinvolto nello scandalo delle partite truccate del Catania. Al processo denominato dei «Treni del gol», Impellizzeri, ex funambolico calciatore di categorie semiprof, era finito agli arresti perché ritenuto il finanziatore delle partite comprate. Solo di recente è tornato in libertà, ma con l’obbligo di firma in questura.

I due siracusani Carlo e Alfio Fazio sono fratelli, entrambi imprenditori marittimi di Augusta, diventata l’epicentro dello scandalo dei petroli dopo il commissariamento di Confindustria Siracusa con Gianluca Gemelli. Debbono avere fatto i soldi perché l’anno scorso si parlò di loro per avere proposto di realizzare il porto turistico di Augusta investendo 20 milioni. Posseggono l’albergo di Palazzo Zuppello. Carlo è stato in due riprese presidente del settore alberghiero di Confindustria siracusana.

Del palermitano Massimo Ciancimino le cronache giudiziarie sono piene. Ma più interessante è il profilo di Vito Palazzolo, 69 anni, ex consulente finanziario di Cosa Nostra, che a Città del capo si faceva chiamare Robert Von Palace Kolbatschenko, dopo essere fuggito dalle prigioni svizzere nel 1986. Sei mesi fa è stato estradato in Italia e di lui non si sa più nulla. Ai due figli di Palazzolo fanno capo molte altre società off shore legate al business di famiglia: le miniere d’oro e diamanti in Africa. Questo vuol dire che basta un solo salto di generazione e i figli dei boss diventano imprenditori che fanno società con personaggi altolocati. Ora figurano insieme negli elenchi non più segreti di Panama City.

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Tony ZermoCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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