Se i dati verranno confermati potrebbe essere uno dei disastri più grandi
Ambiente: Giordano, rischio Val D’Agri diventi peggio della Terra dei fuochi
Roma, 7 apr. (AdnKronos Salute) – “Se saranno confermati i dati siamo di fronte a un disastro ambientale di una gravità enorme, peggiore di quello della Terra dei fuochi. Con danni incalcolabili sulla salute dei cittadini della Val D’Agri in Lucania”. E’ quanto afferma all’Adnkronos Salute Antonio Giordano, oncologo del Temple Institute di Philadelphia e dell’Università di Siena, in questi giorni a Milano per la presentazione del libro ‘Monnezza di Stato’ sul disastro ambientale, sanitario e sociale che ha sconvolto buona parte della Regione Campania ‘trasformandola’ nella Terra dei fuochi. “Siamo alle solite – prosegue Giordano – serve l’intervento della Magistratura per scoprire come elementi basilari per la vita (acqua, terra e aria) possano essere messi a rischio per il puro profitto. Se dalle indagini sarà confermata la compromissione delle falde acquifere della zona potremmo essere di fronte ad uno dei disastri ambientali più grandi d’Italia”. Secondo l’oncologo, che da anni si occupa di denunciare i danni alla salute dello sversamento fuorilegge di scorie e rifiuti, “occorrono analisi indipendenti delle falde, dei terreni e dell’aria delle zone interessante dallo sfruttamento petrolifero in Val D’Agri – osserva – I danni oncologici sulla salute potrebbero emergere non immediatamente, ma tra qualche tempo. Per questo occorre intervenire subito”. Ma perché in Italia si continua a non aver rispetto per l’ambiente, mettendo in pericolo le comunità? “Non riusciamo a fare industria senza danneggiare il contesto che circonda l’attività, il lavoro è importante sopratutto al Sud ma deve essere a costo zero per la salute”, risponde Giordano. “Fondamentalmente i più grandi disastri ambientali sono frutto del mancato rispetto delle regole, che in Italia ci sono e sono molto avanzante. Mancano i controlli e spesso c’è una paludosa collusione tra industria, politica, esperti e media. E si cerca di risolvere i problemi sempre dopo che accadono – conclude – quando è troppo tardi, quando ormai le sostanze nocive sono entrate nella catena alimentare”.