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Deborah Allo, da stilista a fumettista

Di Gianluca Santisi |

Già, non abbiamo ancora parlato della storia. Va detto che Algozzino si è divertito a reinventare un’ambientazione da mitologia classica innestandovi riferimenti alla cultura pop e le vicende del piccolo Mono, costretto suo malgrado a prendere il posto del padre Caronte, nel momento in cui questi, stanco, decide di passare il testimone. Un ruolo, quello di “traghettatore di anime”, dalle grandi responsabilità e che potrà essere assunto da Mono solo dopo un inevitabile percorso di maturazione. Un cammino costellato dall’incontro con vari personaggi chiave: dalle tre moire, alle quali spetta il compito di filare, distribuire e tagliare lo stame della vita, al cugino Momo, divinità esiliata sulla Terra. Da questo intreccio narrativo il riferimento al celebre “canto” dickensiano.

«È una storia di crescita e formazione», conferma la disegnatrice, tra gli ospiti dell’ultima edizione di Etna Comics, il Festival del fumetto che si è tenuto a Catania all’inizio di giugno. Stilista mancata, Deborah Allo ha ben chiaro quello che dovrà essere il suo percorso. «All’inizio disegnavo vestiti, volevo fare la stilista, ma poi ho cambiato idea». Dopo l’Istituto Statale d’Arte frequentato a Giarre, si è iscritta alla Scuola del Fumetto di Palermo, completata tre anni fa. «Sergio (Algozzino, nda) è stato uno dei miei insegnanti e qualche tempo fa mi ha contattato dicendomi che aveva in mente una storia che avrebbe voluto affidare ad un disegnatore. Ho fatto un provino, eravamo in quattro, e alla fine ha scelto me».

Ci sono voluti dieci mesi di lavoro per completarlo. «Mi ha lasciato molta libertà – continua – passandomi solo qualche appunto». La passione per il disegno Deborah l’ha ereditata da papà Nino («mio padre dipinge, anche se oggi un po’ meno, e sin da piccola ho ammirato molto i suoi lavori»), quella per i fumetti dalla sorella maggiore Elisa («una grande lettrice, da Dylan Dog a Topolino…»). I suoi riferimenti artistici spaziano invece dall’animazione in stop motion della Laika Films alle opere dark di Tim Burton, dall’illustratore danese Key Nielsen alla fumettista francese Claire Wendling. Il sogno nel cassetto è realizzare una storia da autrice completa, sceneggiatura e disegni. «Ho già idea ma non voglio svelarla, è segretissima…», racconta mentre si lascia scappare un sorriso.

In realtà, di un suo fumetto completo, intitolato Il volo di Icaro, abbiamo trovato traccia sul web. «Ma si trattava della mia tesi alla Scuola del Fumetto – minimizza l’autrice – nulla più che uno studio che mi hanno chiesto di pubblicare. Era la storia di un gatto obeso, il mio gatto, che vuole imparare a volare e così si costruisce delle ali».

Il prossimo lavoro, invece, sarà ancora un graphic novel e sempre in collaborazione con Sergio Algozzino.

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