GIù l'occupazione, tiene il turismoI dati di Bankitalia sulla Sicilia
Crolla l’occupazione, regge il turismo. I dati in chiaroscuro di Bankitalia sull’economia siciliana
Numeri più in scuro che chiaro nell'analisi spiegata dall'economista Roberto Cellini ai giornalisti siciliani, durante il seminario su mercato del lavoro e condizione delle famiglie nell'isola
Segnali negativi e spiragli di ottimismo. E’ un ritratto con molte ombre e alcuni sprazzi di luce il dossier sull’andamento del sistema produttivo siciliano, pubblicato dalla sede regionale di Bankitalia e analizzato dall’economista Roberto Cellini insieme al caporedattore de La Sicilia, Giuseppe Di Fazio nel corso del seminario dal titolo “Il mercato del lavoro, l’istruzione e le condizioni economiche delle famiglie in Sicilia”.
Il seminario, ospitato dal centro stampa Etis di Catania e indirizzato a giornalisti ed esperti di Comunicazione, ha messo in evidenza la perdurante incapacità d’investimenti nell’innovazione mostrata nel 2013 dalle imprese dell’isola e i dati sempre meno confortanti relativi al trend dei livelli occupazionali, in calo di oltre il 5 per cento nel periodo tra il 2008 e il 2013. Un flessione che ha riguardato tutti i settori produttivi, ma che si è fatta sentire in maniera più forte nel settore delle costruzioni (- 9,6 %) e in quello dei servizi (- 4,5%). Giù anche le immatricolazioni degli atenei siciliani, scese nell’ultimo decennio di quasi il 28 per cento. Numeri a cui fanno da contraltare, a livello italiano ma con riflessi positivi anche in Sicilia, un lieve aumento della produzione e un sostanziale rallentamento nel calo nel prezzo delle abitazioni.
Ma i dati del dossier hanno offerto lo spunto per un dibattito più approfondito su alcuni dei settori “perno” dell’economia siciliana, dal turismo all’agricoltura con un focus sul ruolo svolto dalle pubbliche amministrazioni, spesso incapaci di fornire un supporto reale alle aziende e troppe volte più orientate al rispetto delle regole della burocrazia, che alla valutazione dei risultati.
L’analisi di Cellini, docente di Politica economica ed Economia presso l’Università di Catania, ha poi posto l’accento sull’effetto benefico prodotto dallo sviluppo di nuovi aeroporti, come il neo-nato scalo di Comiso, e sull’arresto della crescita di flussi turistici riguardanti il distretto del Sud-Est, tra le province di Ragusa, Siracusa e Catania, in favore di un maggiore interesse di stranieri e visitatori italiani verso spiagge e località di soggiorno del trapanese. Tuttavia, dice il dossier, «i dati relativi al turismo culturale in Sicilia sono ancora tra i più bassi tra le regioni italiane». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA