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Gilardino rispondeal gol di PerisicIl Palermo fermal’Inter di Mancini

Gilardino risponde al gol di Perisic Il Palermo ferma l’Inter di Mancini

Al Barbera finisce 1 a 1. Grandi parate di Sorrentino

Di Franco Zuccalà |

PALERMO – L’Inter, in dieci nel finale per l’espulsione discutibile di Murillo, ha provato pane per i suoi denti a Palermo e non è andata oltre il pareggio, rischiando anche qualcosa. Nella ripresa i nerazzurri hanno denunciato dei miglioramenti, ma per segnare bisogna buttarla dentro e i nerazzurri non sembrano molto abili in questo esercizio di concretezza. Mancini aveva cambiato parecchio, inserendo Nagatomo e Telles esterni di difesa, mentre a centrocampo aveva cominciato col trio Guarin, Medel, Kondogbia. Insomma formazione molto rinnovata, al contrario di quella siciliana. Ma per una buona mezz’ora l’Inter ha subito, non ha verticalizzato, non ha tirato. La corsa del tenace Nagatomo, qualche spunto di Jovetic, Kondogbia e Perisic, la sicurezza di Miranda: poca roba. Molto più dinamico e propositivo il Palermo, che ha avuto due occasioni con Gilardino di testa e con un sinistro di Vazquez che Handanovic ha deviato a terra. La genialità dell’italo-argentino, la buona regia di Maresca, l’aggressività di Lazaar sulla sinistra, hanno dato l’impressione di una maggiore capacità di far gioco dei rosanero. Dopo trenta minuti, l’Inter si è svegliata e ha cominciato a far gioco, senza tuttavia andare alla conclusione: Gonzalez ha salvato una volta su Icardi, ma Sorrentino in realtà non ha avuto un gran lavoro da fare. La gran parata sulla destra su punizione di Jovetic, all’inizio della ripresa, ha fatto capire che la partita era cambiata. L’Inter ha aggredito, ma anche il Palermo si è riproposto in contropiede. Mancini ha capito che era venuto il momento di cambiare: Biabiany al posto di Kondogbia e Inter con il 4-2-3-1. Ed è stato proprio il francese a mettere lo zampino nel gol di Perisic che ha sbloccato la partita: Jovetic al 15’ ha aperto su Biabiany sulla destra: traversone basso che il croato ha appoggiato in rete. Disattenta la difesa rosanero. Quaison ha preso il posto di Hiljemark. È arrivato subito il pareggio di Gilardino (gol n. 180 in serie A) al 22’, su una palla bassa da sinistra di Vazquez (troppo libero), rimpallata fra mille gambe e finita in rete quasi per caso. Ma pareggio meritato per quello che il Palermo aveva fatto nel primo tempo. Sorrentino e Handanovic hanno avuto un gran da fare sui tentativi di Nagatomo e Rispoli. Su un gran destro di Guarin deviato, Sorrentino ha mandato la palla a baciare l’incrocio dei pali. Mancini ha inserito Ljaijc al posto dell’inconcludente Icardi. Il secondo giallo per Murillo (immeritato perchè Doveri ha abboccato alla caduta di Vazquez) ha lasciato l’Inter in dieci. Guarin ha percorso ottanta metri verso la porta di Sorrentino, tirando poi fuori. La squadra nerazzurra ha tentato di vincere, anche con un uomo in meno, ma i suoi tentativi sono stati vani, anche perchè Sorrentino ha salvato su Biabiany, lanciato da Ljajic. Iachini aveva applicato la formula degli antichi “maghi” del calcio: formazione che vince non si cambia. Dato che il Palermo aveva vinto a Bologna dopo quattro sconfitte di fila, il tecnico rosanero ha pensato di aver trovato la ricetta giusta e ha applicato l’antica regola: ebbene, ha fermato l’Inter. È continuato invece il digiuno nerazzurro: quattro sono ora le partite senza vittorie della squadra di Mancini e l’attacco (soli 9 gol segnati, Icardi ancora silente) è rimasto fra i peggiori del campionato. Avere una difesa (quasi) granitica può aiutare a vincere lo scudetto -come i tifosi sognano- ma se poi l’attacco balbetta, c’è poco da fare. La squadra nerazzurra ha raggiunto (forse per una notte) la Fiorentina in vetta, ma ha perso una grossa occasione per tornare sola in testa.

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