Il museo di Cleveland stoppa il Caravaggio
Il museo di Cleveland stoppa il Caravaggio promesso alla Sicilia in cambio dell’Auriga
Sullo scambio di opere d’arte scoppia un caso diplomatico
NEW YORK – Viaggia o non viaggia? Ombre si addensano sulla partenza di un importante dipinto di Caravaggio del museo di Cleveland il cui prestito era stato concesso da un ex direttore caduto in disgrazia alla Regione Sicilia in cambio della tappa nella città dell’Ohio di un importantissimo pezzo di archeologia classica, l’Auriga di Mozia. Il quadro della Crocifissione di Sant’Andrea è attualmente in restauro proprio in vista della trasferta italiana, ma un responsabile del dipartimento di cultura europea del museo, Cory Korkow, ha messo le mani avanti: a suo giudizio il quadro «è troppo fragile per viaggiare». Secondo David Barnett, responsabile della rete «tutta cultura» di Cleveland Ideastream, proprio a causa delle preoccupazioni sulla stabilità della pittura «l’accordo per mandare il Caravaggio in Sicilia non è ancora sicuro al cento per cento»: il museo ha chiesto alle autorità dell’isola assicurazioni sulla sicurezza e la climatizzazione dei locali dove verrebbe esposto il capolavoro. Il prestito dell’Auriga, nell’ambito di una mostra sull’archeologia greco-romana in Sicilia, era stato salutato mesi fa come un’ulteriore segnale del clima di amicizia tra Italia e Stati Uniti dopo le guerre culturali del recente passato che avevano portato alla restituzione di capolavori trafugati dai tombaroli e illegalmente acquistati da musei americani. E tuttavia una serie di episodi delle ultime settimane fanno intravedere incrinature in un rapporto che sembrava all’insegna del «bello stabile». Dopo la restituzione della Venere di Morgantina, Getty e Italia sono di nuovo ai ferri corti per la statua dell’Atleta Vittorioso conservata a Malibu e che le Marche vorrebbero vedere indietro. Oggi era attesa la sentenza della Cassazione ma i tempi della decisione si allungano: la Quarta sezione penale della Corte ha infatti deciso di mandare alla Corte Costituzionale gli atti giudiziari della vicenda per alcuni dubbi di costituzionalità. Si dilata notevolmente, dunque, l’iter giudiziario per il rimpatrio del capolavoro che alcuni attribuiscono a Lisippo chiesto dalla magistratura delle Marchigiana. Anche il prestito del Sant’Andrea Crocifisso di Caravaggio fa parte di questa diplomazia museale improvvisamente diventata più difficile: a deciderlo, prima di dimettersi per un brutto affare personale, era stato l’ex direttore David Franklin quando la Sicilia aveva improvvisamente alzato il prezzo per concedere l’Auriga adducendo il fatto che la sua prolungata assenza da Mozia faceva perdere al museo preziosi introiti turistici. Franklin aveva giocato la carta del Caravaggio e all’epoca era sembrata una «win win» situation.