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I “mille volti” dei murales tra vandalismo, arte e impegno civile

I “mille volti” dei murales tra vandalismo, arte e impegno civile

La lotta agli imbrattatori e il fenomeno che colora gli spazi della città in abbandono

Di Damiano Scala |

CATANIA – Che siano nascosti o in bella mostra, ridotti o enormi, sotto forma di metafora oppure chiari e lucidi i “murales” dividono la gente tra chi è pro e chi è contro. Divertenti, polemici, contro il sistema e realizzati da ragazzi che vogliono diventare artisti. Disegni che non vanno confusi con le scritte offensive, i voti di fedeltà alla propria squadra del cuore e le frasi romantiche sparse per i quattro angoli di Catania. Teppisti e incivili che, armati di bombolette spray, deturpano e rovinano l’arredo urbano. «Si tratta di delinquenti che non possono essere considerati artisti – afferma Salvo Romano, presidente municipalità “Centro”- nel nostro territorio abbiamo esempi di mostre a cielo aperto, fatti all’interno di Largo XVII Agosto durante la “Rewallution”, che non vanno confusi con il teppismo che imperversa a Largo Paisiello, piazza Bellini o in via Crociferi. Impronte deturpanti che nulla hanno a che vedere con questa forma di arte metropolitana».   Il murales come rinascita estetica della città, come veicolo di messaggi positivi per essere visti da tutti. Tele dove affrescare frasi e personaggi da non dimenticare. Catania non è nuova a questo tipo di iniziative con i muri della Casa Circondariale di piazza Lanza e con quelli della Circonvallazione che vengono dedicati ai personaggi che hanno sacrificato la vita per la lotta alla mafia. «In passato durante la giornata della creatività – spiega Emanuele Giacalone, presidente della IV Municipalità – furono realizzate bellissime opere sui muri dello stadio. Un lavoro di riqualificazione urbana che vogliamo riproporre con la collaborazione delle scuole e dell’istituto d’arte».   Già nel 2011, a San Giovanni Galermo, alcuni spazi abbandonati e in disuso sono stati portati a nuova vita grazie all’opera di giovani artisti. «Aree come il parcheggio scambiatore di Largo Abbeveratoio e via Mariani sono diventate sessioni di “open art” con la collaborazione di tutti – aggiunge il vice presidente della “Cibali-Trappeto Nord-San Giovanni Galermo”, Giuseppe Zingale – zone degradate e piene di rifiuti che riprendono vita diventando bacheche in cemento dove esporre opere a tema».   Parlando di murales il confine tra vandalismo e creatività può diventare molto sottile. Su internet blog, gruppi facebook e siti se ne trovano a centinaia sull’argomento. «Eliminare le brutture del nostro quartiere- sottolinea il presidente della III Municipalità Salvo Rapisarda- con l’aiuto di associazioni e alunni, attraverso una nota di colore, non vuol dire necessariamente rovinare la proprietà privata o il bene pubblico». Piazza Lanza, parco Calcutta o il campetto di via Ala sono messaggi di risveglio rivolti alla cittadinanza. L’esatto contrario di quello che succede, invece, in via Giuffrida Castorina dominata dal vandalismo. «Vogliamo creare qualcosa di nuovo, in modo assolutamente legale, con l’uso di immagini coloratissime che coprono scritte offensive nei confronti delle forze dell’ordine e mortificanti per l’intera collettività – dice il vice presidente di “Borgo-Sanzio” Orazio Grasso- Vulcania, con il benestare di commercianti e residenti, potrebbe essere il punto di partenza per questa iniziativa. Portare allegria e senso civico- prosegue Grasso- in zona invase da “disegni” che non hanno fini estetici o decorativi ma solo autocelebrativi».   Danni che spesso non spariscono velocemente. Anzi, per essere rimossi, necessitano di un lavoro di microabrasione, impacchi chimici e lavaggio manuale. Non solo, un muro ripulito per i “graffitari” rappresenta un invito a farsi ancora avanti; una nuova “tela” da utilizzare. «E’ una questione di buonsenso, di prospettive che cambiano e di comportamenti incivili che vanno tenuti nella giusta considerazione- spiega il vice presidente della “Picanello-Ognina-Barriera-Canalicchio” Alessandro Campisi- i murales non sempre sono espressione di vandalismo. I ragazzi possono dare sfogo alla loro creatività, purchè lo facciano in contesti autorizzati e in luoghi dove non si danneggi nessuno. Tante piazze, parchi e punti di aggregazione nel nostro quartiere potrebbero cambiare volto con la partecipazione di scuole, associazioni e comitati cittadini: sul viale della Regione ci sono decine di opere che meglio sintetizzano questo concetto».   Dare nuova vita a muri o immobili grigi è un progetto sposato anche della “San Leone-Rapisardi-Nesima-Monte Po”. Qui i disegni sono stati realizzati nelle zone ad alto rischio incidenti per sensibilizzare tutti coloro che si mettono alla guida. «L’uscita dell’asse attrezzato è piena di murales e la gente dimostra di apprezzare queste iniziative- afferma il presidente della V Municipalità Orazio Serrano- adesso vogliamo fare lo stesso in via Di Gregorio. Opere visive che coinvolgano circoli didattici e volontari per cambiare il volto del quartiere, comunicare messaggi di civiltà e riqualificare spazi che altrimenti sarebbero abbandonati». «Riprendersi il quartiere per allontanare i teppisti – aggiunge Maria Grazia Felicioli, vice presidente della V Circoscrizione-. Bisogna dare vita a quelle iniziative che permettano ai giovani di socializzare ed esprimere così la loro bravura e fantasia».   Ingegno e immaginazione da far crescere anche nella periferia sud di Catania. Progetti per i ragazzi con le scuole in prima linea verso un quartiere a misura di bambino. «Un murales potrebbe essere un biglietto da visita bellissimo per Librino e non solo – sottolinea la preside dell’istituto comprensivo “Fontanarossa” Concetta Tumminia – davanti alla “Nuova Masseria Moncada” abbiamo uno spazio enorme che i nostri alunni vorrebbero utilizzare».

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