Regione, allarme della Corte dei Conti
Regione, allarme della Corte dei Conti«I soldi in cassa stanno finendo»
Ma Rosario Crocetta frena: «In arrivo 500 milioni di euro»
La situazione di cassa della Regione Sicilia è «appena sufficiente a garantire il fabbisogno finanziario mensile». E’ questo l’allarme lanciato dalla relazione del presidente della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, Maurizio Graffeo, che ha presentato il documento alla commissione bilancio dell’Assemblea regionale siciliana. Il bilancio regionale, secondo la Corte dei Conti, desta «alcune preoccupazioni». «La situazione, seppur migliorata rispetto al dato di fine esercizio 2013 (128 milioni di euro) – si legge nella relazione – registra, tuttavia, un continuo significativo trend discendente nel primo quadrimestre dell’anno in corso.
SCARICA QUI LA RELAZIONE COMPLETA DELLA CORTE DEI CONTI
Rispetto ai 1.254 milioni di euro al 31 gennaio 2014, le giacenze di cassa regionale, infatti, diminuiscono da 842 milioni ed a 650 milioni rispettivamente a fine febbraio e a fine marzo». Ad aprile nelle casse della tesoreria della Regione erano disponibili «solo» 215,42 milioni di euro, «appena sufficienti – secondo la Corte dei Conti – a garantire il fabbisogno finanziario mensile». La relazione sullo stato dei conti pubblici è stata depositata in commissione Bilancio dell’Ars. Il governatore Rosario Crocetta ha però gettato acqua sul fuoco: «Non c’è alcun problema – ha detto -. Dal patto di stabilità sono in arrivo 500 milioni di euro e poi bisogna aggiungere anche le entrate derivanti dalla norma, approvata all’Ars, sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese che ci permetterà nuovi introiti». Il carrozzone delle partecipate Per il personale e gli organismi societari la Regione ha speso 1,18 miliardi, cifra destinata ad aumentare poiché i dati del 2012 sono incompleti. In media, la spesa per gli emolumenti è di circa 300 milioni all’anno; se quella per gli organi societari (amministratori e componenti Cda) è in calo (da 4,5 mln del 2009 a 2,9 mln del 2012), la spesa per le consulenze tra il 2001 e il 2012 è più che raddoppiata: da 12,9 mln a 27,2 mln di euro. A fronte del denaro pubblico erogato, la Corte ha segnalato che nel triennio 2009-2011 i risultati d’esercizio aggregati di tutte le società partecipate «registrano un saldo nettamente negativo, oscillante tra i 27,8 mln e i 23,9 mln; inoltre 14 società su 34 hanno chiuso in negativo gli ultime tre bilanci». Secondo i giudici contabili «molti trasferimenti straordinari erogati nell’ultimo quadriennio appaiono, di fatto, finalizzati a tamponare perdite ed inefficienze gestionali in una perversa logica di salvataggio a tutti i costi di soggetti in evidente stato di crisi, senza le necessarie valutazioni sulle prospettive di risanamento o di riquilibrio dei conti» e in alcuni casi «gli interventi sul capitale sono stati disposti, addirittura, in prossimità della messa in liquidazione della società». Inoltre, per la Corte «diffuse criticità presenta il sistema di governance e dei controlli interni da parte della Regione sia nel complesso sia in riferimento ai singoli aspetti» e nonostante i giudici in passato abbiano disposto alla Regione l’adozione di misure correttive, «ad oggi non è stato comunicato alcun intervento correttivo, né sul piano programmatico nè su quello gestionale e dei controlli».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA