Renzi a Palermo nella scuola “Don Puglisi”
Renzi a Palermo nella scuola “Don Puglisi” «Qui per far abbassare la testa alla mafia»
Il premier inaugura l’anno scolastico in Sicilia: «Grazie ai prof»
PALERMO – Dentro la scuola intitolata a don Pino Puglisi il clima è di festa con gli striscioni «Welcome» scritti dai ragazzi, fuori le urla di un centinaio di precari della scuola e operai edili a gridare «buffone… buffone» e «lavoro… lavoro», tenuti a distanza dalla polizia in tenuta antisommossa. Il premier Renzi arriva Palermo per inaugurare l’anno scolastico: sceglie come simbolo l’istituto che porta il nome del sacerdote-martire assassinato dalla mafia, proprio a pochi passi dal plesso scolastico nel cuore del quartiere Brancaccio, il 15 settembre di 21 anni fa. Una visita scandita da applausi e contestazioni. Mentre la banda della scuola accoglie il premier con l’inno nazionale e i ragazzi della squadra di calcetto campione regionale gli regalano la maglietta n. 10 con stampato «M. Renzi», all’esterno della struttura i manifestanti lanciano petardi e srotolano striscioni: «La casta ora è solo più giovane. Basta passerelle». Tutto fila liscio comunque, con la Digos che riesce a tenere sotto controllo i contestatori fino al termine della cerimonia. Il premier si concede ai ragazzi, stringe le mani ai vincitori delle borse di studio, racconta della sua passione per la storia. «Se vi dico Italia, qual è la parola che vi viene in mente? » domanda. E quando un ragazzino risponde: «Alè», Renzi scherzando replica: «Se dicevi Forza si andava su tutti i giornali». Poi argomenta: «Per me Italia significa bellezza, questo Paese non sarà bello se non avrà cittadini belli, se questo quartiere Brancaccio non sarà un quartiere più vivibile». E «oggi Brancaccio è la capitale delle scuole d’Italia», dice strappando l’approvazione di insegnanti e alunni. Poi sfidando la criminalità organizzata in un dei suoi quartieri-enclave Renzi avverte che «la mafia è ancora forte non solo a Palermo, anzi soprattutto al Nord per le sue connessioni economiche», ma assicura che «noi siamo qui per fargli abbassare la testa, la combatteremo ogni giorno, cominciando proprio dalle scuole». Spiega che «il Sud non è solo un elenco di problemi: a Napoli ho visitato una società all’avanguardia nel settore dell’innovazione sugli elicotteri, a Bari ho inaugurato un’azienda che lavora nel settore aerospaziale, qui a Palermo vado in quella che è stata premiata come la migliore start up d’Italia». Nella sede di Mosaicoon, società leader nel web, Renzi rimane 50 minuti. E ruba uno degli slogan dei ragazzi: «Il possibile lo possiamo fare immediatamente, per l’impossibile stiamo lavorando. Per i miracoli, per favore, dateci 48 ore». «La userò domani, per il mio intervento sui mille giorni», assicura il premier. Che anche agli amministratori di Mosaicoon, tutti under 40, lancia una sfida chiedendo alla società di presentare un progetto gratuito sul turismo: «Ci manca una adeguata strategia e non sappiamo raccontare nel modo giusto il nostro prodotto. C’è bisogno di una grande campagna di comunicazione web, un’operazione di marketing in rete per rilanciare il nostro turismo». E aggiunge: «Ragazzi, voglio capire come questa roba qui può promuovere il turismo in Italia. Ce lo preparate voi un progetto gratuito sul turismo? Sarebbe una figata bestiale». Il presidente della società, Ugo Parodi Giusino, ha 32 anni: lo guarda, incuriosito. Renzi prende una scatola, contiene un piccolo oggetto-ricordo, un omaggio della Presidenza del Consiglio: «Questo è per voi, però in cambio preparate il progetto».