Caos rifiuti in Sicilia, corsa contro il tempo
Caos rifiuti in Sicilia, corsa contro il tempo per scongiurare il commissariamento
Ma il piano è quello di portare al massimo la capienza delle discariche
PALERMO – Il rischio che la Regione siciliana venga commissariata perché incapace, con la gestione ordinaria, di uscire dall’emergenza rifiuti, rimane attuale e concreto. Anzi, si profila sempre più all’orizzonte. In tempi ravvicinati toccherà alla Sicilia rilanciare la propria proposta sull’argomento, con una serie di argomenti convincenti e di strumenti diversi da quelli utilizzati finora, cioè con interventi plausibili ed efficaci. Se non ci saranno questi contenuti di novità rispetto all’ordinanza dello scorso 30 giugno, difficilmente il governo romano consentirà alla Sicilia di andare avanti da sola nella gestione. Dall’assessorato per l’Energia e Servizi di pubblica utilità trapelano indiscrezioni che parlano di un “piano B”, che potrebbe essere pronto in alcuni giorni. Ma non se ne conoscono ancora le linee guida. Su di esso, anzi, viene mantenuto il più assoluto riserbo. L’interlocuzione romana avviata procede, né pare al momento ipotizzabile che possa essere un intervento di “collegamento politico” dalla Sicilia a togliere le castagne dal fuoco a Crocetta. Se non si dovesse arrivare ad una serie definita di ipotesi, il commissariamento sancirebbe di fatto lo stallo improduttivo tra esecutivo e burocrazia regionale. Il governo regionale cerca soluzioni vicine all’attuale modello di gestione. Punta a proseguire cioè nell’abbancamento dei rifiuti in Sicilia. L’ipotesi di portare i rifiuti all’estero, ventilata un paio di mesi fa, a seguito di una lettera del dirigente generale del dipartimento Acque e rifiuti, Domenico Armenio, alla Protezione civile ed al governo, fece saltare letteralmente dalla sedia il governatore siciliano, rispetto all’enormità dei costi dell’operazione. Pare che lo stesso Crocetta, la scorsa settimana, al termine dell’ennesimo vertice con la burocrazia di Viale Campania abbia finito con lo sbuffare: «Portatemi soluzioni non problemi». Crocetta non avrebbe fatto mistero, anche con i più stretti collaboratori, di essere stizzito per la resistenza a tradurre in riflessi pratici ed in provvedimenti amministrativi consequenziali la volontà di indirizzo in questione. Un muro di gomma contro cui ogni proposta andrebbe a sbattere. Il governo regionale vorrebbe puntare ancora una volta ad utilizzare al massimo le discariche presenti nel territorio della regione siciliana. Si sono svolti diversi e ripetuti incontri anche alla presenza dell’Avvocatura generale dello Stato per studiare e mettere a punto i congegni giuridici e tecnici necessari per questa finalizzazione, anche per evitare conflitti tra la gestione e il profilarsi di eventuali nuove modalità di intervento. Gran parte della questione si snoda intorno alla vicenda della discarica gestita da Oikos. Nei giorni scorsi il Tar di Catania ha rigettato il ricorso presentato dalla società per l’annullamento del decreto con cui nel 2009 la Regione non concesse il rinnovo dell’autorizzazione. In particolare, il sindaco di Misterbianco, Nino Di Guardo, si era opposto adducendo il mancato rispetto di alcuni dettami urbanistici. Ma è proprio tra le pieghe della sentenza del Tar che si cerca di aprire varchi e margini di interpretabilità. Se fosse stato chiarito meglio l’iter che ha portato alle obiezioni poi sollevate come, in particolare, la distanza dal centro abitato alla discarica, o se si riuscisse a stabilire con chiarezza se il Prg del Comune sia precedente o successivo alla realizzazione della discarica, potrebbero svilupparsi margini differenti anche su questa vicenda. Gli impianti di compostaggio attivi in Sicilia e regolarmente in servizio sono quelli di Castelbuono, Castelvetrano, Enna, Grammichele, Ramacca, Sciacca, ed Alcamo. Non sono al momento attivi ed in servizio quelli di Ciminna, Custonaci (entrambi con l’istruttoria in corso), Gela, Joppolo Giancaxio e Marsala (in manutenzione). In corso invece le gare d’appalto per gli impianti di Paternò e Noto. Anche queste ulteriori fasi di ritardo vengono segnalate come fattori poco virtuosi nel quadro operativo generale dell’emergenza rifiuti siciliana. Infine, una curiosità: pare che l’Osservatorio creato per raccogliere i dati sui rifiuti della Sicilia non abbia ancora proceduto alla raccolta dei numeri in questione. Ultima e piccola disfunzione in un quadro di grandi problemi.