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Nella mattina di Veronica

Nella mattina di Veronica, un buco di 15 minuti da spiegare

Di Matteo Guidelli |

SANTA CROCE CAMERINA – È un rapporto di una decina di pagine a smentire il racconto che la mamma di Loris Stival ha fatto di quel maledetto sabato 29 novembre: polizia e carabinieri, grazie alle telecamere disseminate a Santa Croce Caterina, hanno infatti ricostruito minuto per minuto quel che accadde davvero, mettendo in luce tutte le contraddizioni e i buchi che Veronica Panarello non ha ancora spiegato. Si comincia da una premessa, ormai assodata. Loris a scuola quella mattina non ci è mai arrivato: «Dopo ore di osservazione di molte delle registrazioni, inerenti le telecamere installate sul percorso cittadino – si legge nel rapporto – emergevano già le prime incongruenze rispetto alle dichiarazioni rilasciate dalla stessa Veronica Panarello, atteso che dopo aver percorso effettivamente le prime strade dichiarate, Panarello cambiava percorso, emergendo che la predetta non era mai transitata nei pressi della scuola in cui asseriva di aver lasciato il piccolo Loris Andrea».  

Ecco invece come sono andate le cose. La prima telecamera che viene visionata è quella sull’emporio “Vanity and House” in via Roma, quella che riprende l’ingresso di casa degli Stival. “Alle 8.32 s’intravedeva nell’ordine uscire dal portone dello stabile la figura di un adulto (primo soggetto), repentinamente seguita a piedi da una figura molto bassa che si può ricondurre ad un bimbo molto piccolo (secondo soggetto) e a breve distanza da quest’ultima figura veniva seguita da un’altra figura leggermente più alta, riconducibile ad un altro bambino un po’ più grande di età (terzo soggetto)”. Sono Veronica, il figlio più piccolo e Loris, secondo gli investigatori. Tutti e tre, prosegue il rapporto, escono dalla visuale della telecamera ma meno di un minuto dopo «si notava ricomparire sulla visuale della telecamera…e addursi molto velocemente nel ballatoio che conduce al portone d’ingresso» dell’abitazione degli Stival, «la figura riconducibile al bambino di maggiore età… definita come soggetto 3. Tale figura permaneva circa un secondo dinanzi al portone e spariva introducendoci all’interno dello stabile».

È l’ultima immagine di Loris in vita, con il bambino che dunque torna a casa e non va a scuola. Alle 8.33 circa, scrivono ancora gli investigatori, la telecamera riprende «la sagoma scura di un veicolo che potrebbe essere» la Polo nera di Veronica Panarello, passare per via XXIV maggio. La stessa auto passa di nuovo davanti all’emporio alle 8.38, risalendo via Roma. È l’inizio del percorso verso la scuola. Dove però Veronica non arriverà mai.  

Quattro telecamere la smentiscono. A non rilevare il passaggio dell’auto nell’orario indicato sono la TC15 «che inquadra via Caucana e parte della piazza G.B.Celestri» la TC17 (via Roma – piazza V.Emanuele), la TC20 (via Carmine – via Matteotti) e la TC32 (piazza Carducci – via Matteotti). Tutte queste telecamere, si legge nel rapporto, «non rilevano in alcuna maniera, durante la fascia oraria d’interesse sopra citata e cioè a decorrere dalle 8:33 alle 8:39, il passaggio dell’autovettura Volkswagen Polo di colore nero».  

La macchina la vede invece la telecamera posizionata in via Giardino, di fronte alla ludoteca. Qui Veronica si ferma per 6 minuti e 16 secondi e, dopo aver lasciato il figlio piccolo, torna a casa. Sono le 8.49 quando la telecamera dell’emporio in via Roma riprende la Polo tornare a casa. «Si nota il veicolo svoltare alla sua destra, dirigersi all’interno del cortile esistente dinanzi al garage dell’immobile, effettuare nuovamente una retromarcia… facendo in modo che il veicolo scompaia dalla ripresa della telecamera. Trascorsi alcuni secondi si nota la sagoma del soggetto che tramite l’osservazione dei filmati fin qui delineati è possibile pertanto attribuire a quella di Veronica Panarello».  

Cosa accade da questo momento e per altri 36 minuti è un mistero che solo Veronica può svelare. In casa, stando alle riprese delle telecamere, c’è dalle 8.32 Loris e ora anche lei. La donna rimane fino alle 9.25 quando si vede la Polo «partire dal cortile e svoltare immediatamente in via Roma in direzione della rotatoria Despar–Contrada Pezze» dove una telecamera la “vede”. Ma non finisce qui: due minuti dopo, sono le 9:27:08, la Polo finisce nelle immagini del distributore Erg sulla strada comunale 35 che da Santa Croce Camerina conduce a Punta Secca. Guardando quei video gli investigatori scrivono: «Si nota transitare l’autovettura riconducibile alla Volkswagen Polo della Panarello Veronica che, proseguendo per quella strada comunale, a distanza di qualche minuto, arriverà a completare il curvone sulla sinistra, scomparendo dal campo visivo della telecamera».  

«Va fatto rilevare – annotano polizia e carabinieri – che a circa 50 metri dal termine del sopracitato curvone, vi è l’ingresso della strada poderale che conduce al Mulino Vecchio». Qui Veronica dovrà spiegare un “buco” di 15 minuti: per arrivare alla tenuta di di Donnafugata dove si tiene il corso di cucina, si impiega da casa sua 15 minuti. Dunque dovrebbe essere arrivata alle 9.40. E invece arriva alle 9.55, giustificandosi per il ritardo: «Ho avuto problemi». In ogni caso, nessuna telecamera vede la Polo prendere quella strada.

Ma c’è un’ultima immagine, registrata dal sistema di un’azienda privata che si trova proprio sulla strada del Mulino Vecchio: l’orario è compatibile e vi si vede «un’autovettura di colore scuro che, senza minimamente rallentare la marcia, prosegue in direzione della strada» che porta al posto dove, sette ore e mezza dopo, il cacciatore trova il corpo del povero Loris.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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