Catania, assolto Gianni Vezzosi
Catania, assolto Gianni Vezzosi «Non fece aggredire l’amico dell’ex»
L’accusa aveva chiesto due anni e 4 mesi
CATANIA. Neanche il periodo di detenzione in carcere aveva prosciugato la sua vena artistica. E anche da lì, dalla cella di piazza Lanza, Gianni Vezzosi, il cantante idolo delle folle di periferia che amano il genere neomelodico, s’era sempre detto innocente. Ieri il Tribunale monocratico di Catania gli ha dato ragione, assolvendolo dall’accusa di avere fatto aggredire, per motivi personali, Samuele Bombaci, un amico della sua ex convivente, “Laila” Consoli. La Procura aveva chiesto per Vezzosi la condanna a due anni e quattro mesi di reclusione per lesioni e l’assoluzione per il reato di atti persecutori. Il caso era stato aperto dalla denuncia ai carabinieri presentata dalla vittima del pestaggio, a questo punto misterioso. Bombaci aveva riportato lesioni al torace e al viso e fu ricoverato all’ospedale Vittorio Emanuele anche in prognosi riservata. I suoi legali, gli avvocati Ruggero Razza e Giampiero Alfarini, avevano sottolineato «l’impossibilità del cantante di essere presente all’aggressione perché 10 minuti prima risultava essere in un’altra parte di Catania». E da un’altra Vezzosi lo era anche ieri, al momento della lettura della sentenza, essendo fuori Catania per un tappa della sua ennesima tournée. L’ex convivente di Vezzosi non si dà per vinta e preannuncia per conto della difesa della parte offesa ricorso in appello: «In quella sede porteremo nuove prove».