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Catania, fiumi di droga vicino al campo scuola di Picanello: i padri insegnavano il “mestiere” ai figli

Di Redazione |

La zona attorno al Campo Scuola di via Grasso Finocchiaro nel quartiere di Picanello era diventata la piazza dello spaccio dove due distinti gruppi di spacciatori gestivano, senza pestarsi i piedi il traffico di marijuana e dove i padri spesso insegnavano il mestiere di pusher ai figli. C’è tutto questo nell’inchiesta dei carabinieri, denominata Eredità, messa a segno nella notte a Catania. I militari del Comando Provinciale di Catania, su delega della Dda etnea hanno notificato una ordinanza con 12 provvedimenti cautelari tutte accusate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

L’inchiesta, che ha coperto il periodo tra aprile e l’ottobre dello scorso anno ha visto i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Piazza Dante, accertare l’esistenza di due redditizie “piazze di spaccio” operanti a poca distanza l’una dall’altra nello storico quartiere catanese di Picanello, noto agli inquirenti anche per la radicata presenza di numerosi esponenti dei clan mafiosi oltre che come redditizia piazza di spaccio.

Il monitoraggio dell’area compresa fra Via Timoleone e Via Maria Gianni, il “Campo Scuola”, e le intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno permesso di scoprire l’esistenza di due distinti gruppi, ciascuno responsabile della propria piazza di spaccio, il primo facente capo a Salvatore Puglisi, detto “Zecchinetta” e l’altro facente capo a Patrizio Gregorio Pulvirenti.

Le organizzazioni operavano con ruoli ben delineati e con suddivisione di turni, assicurando la presenza costante di droga, principalmente marijuana, vista anche la incessante richiesta da parte degli acquirenti. Il sistema di spaccio sfruttava le caratteristiche del quartiere e prevedeva un accurato posizionamento delle vedette, negli angoli delle varie strade di accesso, incaricate di filtrare ed indirizzare gli acquirenti verso i pusher che, sempre con tecniche differenti, cedevano la droga nascosta in diversi nascondigli, come auto, motorini, panchine, in modo da eludere eventuali controlli delle forze di polizia. Anche in questo caso è stata rilevata la figura del “lanciatore” ricoperta da uno degli indagati che, seppur costretto agli arresti domiciliari, contribuiva all’attività di spaccio, confezionando in casa le dosi e lanciandole materialmente dal balcone su richiesta del pusher in strada.

Le indagini hanno anche permesso di riscontrare l’impiego nell’attività di spaccio di due minorenni, uno ha meno di 14 anni, con il duplice ruolo di vedette e di pusher. Le due organizzazioni, che riuscivano ad assicurarsi ciascuna un introito medio giornaliero di circa 5 mila euro e operavano in maniera totalmente autonoma e in un rapporto di “pacifica convivenza” e “leale concorrenza”, scambiandosi non solo i clienti ma anche gli spacciatori, che si trasferivano da una piazza di spaccio all’altra in virtù di una offerta di migliori condizioni di lavoro (turni, compenso, sicurezza) garantite dal capo-piazza. Nell’organizzazione operavano anche due padri con i rispettivi figli (Puglisi e Nastasi), osservati dai carabinieri lavorare insieme, fungendo i più anziani da “esempio” alle nuove generazioni in un vero e proprio passaggio di consegna nella gestione degli affari illeciti.

Nel corso dell’indagine, sono stati sequestrati oltre 2 kg di marijuana, arrestate dieci persone in in flagranza e segnalati come assuntori oltre 150 acquirenti, perlopiù giovanissimi, trovati in possesso della sostanza stupefacente appena acquistata.

Le dodici persone, tutte finite in carcere sono: Salvatore Puglisi, 51 anni, di Catania; Filippo Puglisi, di 25 anni di Catania, Patrizio Gregorio Pulvirenti, 33 anni di Catania; Sebastiano Giovanni Massimino di 33 anni di Catania; Sebastiano Guerrera di 30 anni di Catania; Benedetto Maicol Accardi, di 27 anni di Catania; Giuseppe Nastasi, di 46 anni di Catania; Anthony Nastasi, di 20 anni di Catania, Andrea Nicholas Urzì, di 20 anni di Catania; Santo Spinella di 40 anni di Catania; Cesare D’Anna di 46 anni di Catania e Marco Guarnaccia, 35 anni di Catania.

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