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La morte di Stalin è satira grottesca

Di Redazione |

ROMA, 26 DIC – Si sa che i regimi totalitari per la loro forte natura ideologica, possono dare con facilità spunti alla satira. Basta rendere il terrore grottesco e mettere poi gli avvenimenti in parodia. E’ quello che ha fatto Armando Iannucci in Morto Stalin,se ne fa un altro adattamento cinematografico di La mort de Stalin, graphic novel di Fabien Nury e Thierry Robins (pubblicata in Italia da Mondadori). La pellicola, in sala in Italia dal 4 gennaio con I Wonder, grazie anche a un cast straordinario racconta con ritmo e ironia gli ultimi concitati giorni di vita del dittatore sovietico e quelli successivi alla sua morte. Ovvero i giorni dei lunghi coltelli dei suoi molti aspiranti successori. Steve Buscemi è il pragmatico Khrushchev; Michael Palin il fedelissimo Molotov; Jeffrey Tambor interpreta il confusionario vice di Stalin, Malenkov; Jason Isaacs l’implacabile generale Zhukov; Simon Russell Beale è il mefistofelico capo dei servizi segreti Beria e Olga Kurylenko la pianista dissidente Maria Yudina.

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