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Acireale, estorsione ai dipendenti della Esso: titolare pretendeva parte della paga

Di Redazione |

CATANIA – Pagava i dipendenti assunti con contratto a tempo determinato con bonifici, versando tutto lo stipendio dovuto, ma pretendendo la restituzione di una parte in contanti, pena il licenziamento. E’ una delle accuse contestate al titolare della stazione di servizio Esso di viale Alcide De Gasperi di Acireale, Paolo Vasta, di 32 anni, indagato per estorsione e sospeso per un anno dall’attività di impresa e dal ricoprire uffici o incarichi direttivi in società di persone o capitali. La misura interdittiva, emessa dal Gip Marina Rizza, prevede anche il sequestro preventivo della totalità delle quote e dell’intero patrimonio della società “Night&Day petrol srl”, stimato in 800mila euro, e di oltre 8.000 euro come equivalente del danno stimato e la nomina di un amministratore giudiziario. I reati contestati sarebbero stati commessi tra agosto del 2015 e novembre del 2018.

Il provvedimento del Gip si basa su una richiesta del sostituto procuratore Alessandra Tasciotti, del Dipartimento reati contro il patrimonio e le persone coordinato dall’aggiunto Ignazio Fonzo, dopo indagini eseguite dai carabinieri di Acireale e del nucleo Ispettorato del lavoro di Catania.

Agli atti dell’inchiesta sono confluiti gli esposti di quattro dipendenti della società che hanno denunciato di essere stati costretti a lavorare più dell’orario previsto, anche di notte e nei giorni festivi, di non avere usufruito dei giorni di riposo e recupero, di non avere ricevuto i buoni pasto, ma di avere firmato la liberatoria per la loro consegna. Tre di loro sarebbero stati costretti anche a cedere gli assegni familiari e il “bonus Renzi” e parte dello stipendio in nero per complessivi oltre 8.000 euro.

I dipendenti hanno riferito che l’unica alternativa all’accettazione dello stato delle cose era il licenziamento. Vasta li avrebbe ammoniti dicendo “O stai o là c’è la porta..”. Uno dei dipendenti ai carabinieri fa mettere a verbale che Vasta gli avrebbe intimato: «queste sono le condizioni di lavoro, se non ti stanno bene puoi anche licenziarti». Aggiungendo: «avevo bisogno di lavorare e nonostante tutto ho continuato a farlo fino alla scadenza del contratto a termine». 

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