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Arevalo, racconto violenza cruda e reale

Di Redazione |

ROMA, 21 MAR – Sam Peckinpah, ma anche Matteo Garrone e il suo Gomorra, sono stati fra i punti di riferimento per Raul Arévalo, classe 1979, attore molto conosciuto in Spagna (lo hanno diretto, fra gli altri, De La Iglesia e Almodovar), per il suo esordio alla regia, La vendetta di un uomo tranquillo, thriller nelle sale italiane dal 30 marzo con Bim. Un’opera prima su una storia di violenza e vendetta “che volevo risultasse reale, scarna e cruda” spiega Arévalo a Roma. Il risultato ha convinto pubblico e critica, tanto da vincere, fra gli altri, all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, il premio per la migliore attrice (Ruth Diaz) nella sezione Orizzonti e quattro Goya (gli Oscar del cinema iberico): miglior film, miglior regista esordiente, miglior sceneggiatura originale e miglior attore non protagonista. Al centro della storia, José (Antonio de la Torre) quarantenne solitario che in una Madrid popolare, ha studiato un elaborato piano di vendetta contro chi gli ha distrutto la vita.

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