Siracusa
Avola, sgominata banda di pusher che si riforniva a Catania
I carabinieri hanno notificato 14 provvedimenti cautelari nei confronti di altrettante persone, 4 delle quali rinchiuse in carcere e 10 poste ai domiciliari perché accusate a vario titolo di traffico di droga. I provvedimenti sono stati firmati dal Gip di Siracusa su richiesta della Procura aretusea. Le persone indagate sono accusate in concorso tra loro, di avere acquistato, trasportato, commerciato, venduto, ceduto e, comunque, detenuto illecitamente sostanze stupefacenti del tipo “cocaina”, “hashish” e “metadone”. La vicenda riguarda Avola e Catania e i reati sono stati compiuti tra novembre del 2015 ed il mese di gennaio 2016.
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In carcere sono finiti Antonino Vicino, catanese, Salvatore Santoro di 48 anni, Michele Guastella di 36 anni Domenico Bruni di 30 anni; ai domiciliari sono finiti, Manuel Di Giovanni di 20 anni, Giuseppe Dugo di 36 anni, Cvristina Ferrara di 22 anni, Francesco Gallo di 35 anni, Antonino Lazzaro di 32 anni, Grazia Macca di 45 anni, Valentina Roccaro di 26 anni, Sonia Silvia di 36 anni e Adolfo Terranova di 37 anni.
L’operazione denominata Notte Bianca ha sgominato un mercato che fruttava migliaia di euro a settimana.
L’indagine è stata avviata dai Carabinieri di Avola che nell’estate del 2015, hanno intensificato i servizi preventivi e repressivi. Le informazioni raccolte, messe a sistema tra di loro, hanno portato all’arresto nell’ottobre del 2015, in flagranza per detenzione e spaccio di sostanza stupefacente di Antonino Lazzaro che fu trovato dai carabinieri con oltre 100 grammi di hashish.
Le indagini coordinate dal sostituto procuratore Vincenzo Nitti si sono avvalse di intercettazioni telefoniche delle utenze in uso ai vari indagati (captate oltre ventitré mila conversazioni tra telefonate e messaggi di testo) e le attività di inagine classiche con osservazione, pedinamento e controllo e l’attività informativa sul territorio ed il continuo monitoraggio dei soggetti di interesse operativo.
L’attività investigativa ha consentito così di disarticolare una fiorente attività di spaccio che si svolgeva su tutto il territorio di Avola e che vedeva nel catanese Antonino Vicino il canale di approvvigionamento comune ai vari indagati. In particolare, Vicino era solito cedere cocaina in pietra a Gianluca Liotta e Michele Guastella i quali rivendevano poi la sostanza agli altri indagati che, a loro volta, si dedicavano allo spaccio di strada.
Le intercettazioni hanno consentito di appurare che Guastella e Liotta operavano sia in concorso tra di loro, recandosi insieme a Catania per acquistare e successivamente rivendere lo stupefacente, sia autonomamente, senza che l’uno sapesse dell’attività dell’altro.
A seguito del loro arresto, entrambi hanno mantenuto i contatti con Antonino Vicino, inviando altri soggetti a Catania per acquistare lo stupefacente e continuare l’illecita attività. Sono infatti almeno 25 i viaggi documentati fatti da Avola a Catania per acquistare stupefacente, in media 10-15 grammi per volta, con frequenza anche quotidiana. Se Antonino Vicino era il canale di approvvigionamento dello stupefacente, Liotta e Guastella assumo sicuramente un ruolo di predominanza rispetto agli altri indagati: sono loro, infatti, che forniscono agli altri lo stupefacente da spacciare e sono sempre loro che, nonostante arrestati e sottoposti a provvedimenti limitativi della libertà personale, continuano a dare istruzioni ed a gestire lo spaccio in strada.
Non a caso, Liotta dovrà rispondere anche del reato di evasione in quanto è stato documentato che, dopo essere stato tratto in arresto e sottoposto al regime degli arresti domiciliari, evadeva ripetutamente al fine di continuare a dedicarsi all’attività di spaccio.
Altre tre persone risultano indagata e sono state denunciate a piede libero per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, mentre 4 ragazzi sono stati segnalati alla Prefettura di Siracusa in quanto trovati in possesso di modiche quantità di stupefacente acquistate dai soggetti nei cui confronti venivano svolte le indagini.
L’inchiesta ha permesso di sequestrare 50 grammi di “cocaina”; 188 grammi di “hashish”, 8 flaconcini di “metadone”, 5 grammi di sostanza da taglio del tipo “mannite”, 8 bilancini elettronici di precisione per la pesatura della sostanza stupefacente nonché tutto il materiale occorrente per confezionare le singole dosi; 34 mila euro in contanti e diversi appunti manoscritti contenenti date, nominativi ed importi dovuti a seguito dell’attività di spaccio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA