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Fondatrice dell’Ong Moas: “Noi non abbiamo mai ricevuto telefonate dagli scafisti”

Di Redazione |

«Non ho mai ricevuto telefonate da scafisti, noi odiamo i trafficanti di persone. Non ho parlato con nessuno di loro». Lo ha detto Regina Catrambone, fondatrice dell’Ong Moas, che ha anche ribadito di «non avere avuto mai contatti» con la Libia e di avere invece «sempre parlato con la guardia costiera italiana».

E se qualcuno ha commesso reati «si lavori, si indaghi», ma, aggiunge, «basta fango e sciacallaggio mediatici» perché «noi ci mettiamo cuore e passione». «Ho visto – aggiunge – una strumentalizzazione da parte dei partici politici. Per cosa poi? Per ottenere più voti? A noi questo non interessa, non facciamo politica, a noi interessa salvare vite umane. Per noi la cosa più importante è il sorriso di un bambino che ci ricorda quanto importante sia la vita. Ma tutto questo viene dimenticato per queste polemiche e i media si lasciano strumentalizzare da queste cose».

«Io – ha aggiunto Regina Catrambone – non lo vedo il procuratore Zuccaro. Noi vorremmo collaborare con tutti. Tutti mi chiedono di questo procuratore, ma io non lo conosco e credo che lui non conosca né me né mio marito. Se bisogna fare un’indagine ben venga, ma non gli stillicidi mediatici, facciamoli nelle aule dei tribunali con le porte chiuse e con la segretezza…. Mi chiedo come mai queste domande in questo momento – ha aggiunto Catambrone – in cui abbiamo portato il corpo senza vita di un ragazzo di soli 19 anni che è morto per mano dei trafficanti veri. Noi non siamo trafficanti, noi siamo persone che non sono riuscite a restare indifferenti alle morti in mare. E dopo la terribile tragedia delle 368 persone morte al largo di Lampedusa abbiamo partecipato a Mare Nostrum rispondendo anche all’appello dell’Europa che chiedeva un intervento concreto per aiutare l’Italia. Risposta che non c’è stata da nessuno tranne che dalla società civile e da alcuni singoli che eravamo io e mio marito e abbiamo sempre cooperato con tutti con Frontex, con la marina militare italiana. Noi chiediamo rispetto per tutto il personale delle Ong e delle organizzazioni umanitarie che cooperano in mare. Il procuratore di Catania avrà avuto i suoi buoni motivi per parlare ma le sue parole hanno creato un effetto domino», con «l’intervento della politica», che ha portato “momenti di instabilità in Italia», con «un centro di Aiom che è assalito da un partito politico».

Regina Catrambone ha ribadito di «non avere ricevuto alcuna informazione dalla Procura di Catania», ma di «avere saputo la notizia dai media, mentre di solito – ha sottolineato – si seguono altre vie». «Se incontro il procuratore Zuccaro – ha concluso – lo saluto e lo abbraccio come un fratello. E adesso gli mando un bacio».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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