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Agrigento, meccanico uccide il socio e poi si costituisce a Palermo

Di Redazione |

Agrigento – Dissidi di natura economica per l’attività che stavano avviando: una rivendita di autovetture usate con officina in contrada San Benedetto, nella zona industriale di Agrigento. Sarebbe questo, secondo gli investigatori, il movente dell’omicidio avvenuto dentro il magazzino dove avrebbe dovuto sorgere la nuova attività imprenditoriale. Vittima Giuseppe Mattina, 41 anni, con precedenti penali.

Poche ore dopo il delitto, la scorsa notte, alle 4, al commissariato di Brancaccio a Palermo, si è costituito Giovanni Riggio, 27 anni, incensurato, palermitano. Il giovane, ai poliziotti del commissariato del capoluogo, ha confessato d’aver ucciso Mattina. La Squadra Mobile di Palermo ha subito diramato la notizia alla Questura di Agrigento ed in contrada San Benedetto sono arrivate le pattuglie della sezione «Volanti». Il portone del magazzino era chiuso a chiave. E’ stato, dunque, chiesto l’intervento dei vigili del fuoco che hanno aperto la porta.

Ed è arrivata la conferma: per terra, dietro ad un pilastro, in una pozza di sangue, c’era il cadavere dell’uomo. Accertato l’omicidio, la Mobile di Palermo ha arrestato Riggio. Il ventisettenne palermitano avrebbe agito al culmine dell’ennesima discussione con quello che era il suo socio di fatto. Colto da un raptus, Riggio con un coltello da cucina, presente all’interno dell’officina, avrebbe sferrato diversi fendenti all’addome dell’agrigentino. In contrada San Benedetto, i poliziotti della Scientifica si sono occupati dei rilievi necessari a ricostruire il delitto. La Squadra Mobile di Agrigento si sta adesso occupando di sentire, coordinati dal sostituto procuratore Matteo Delpini, i familiari ed i conoscenti di Mattina. Il medico legale Castellana, già in mattinata, ha effettuato la prima ispezione cadaverica. «Mi doveva dei soldi ed ero andato a chiederglieli – avrebbe detto Riggio negli uffici della Squadra mobile di Palermo davanti al magistrato – .Me li ha rifiutati ed ha insultato mia moglie. Così non ci ho visto più e l’ho colpito con un coltello che ho trovato in officina». Il cadavere sarebbe stato trovato con le gambe legate dal nastro adesivo. Verosimilmente – ma è soltanto un’ipotesi investigativa – il giovane palermitano potrebbe aver cercato di spostare la salma, ma non sarebbe riuscito a trascinarla. Riggio, dopo aver lasciato Agrigento, si è diretto a Palermo. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe andato a casa sua, si sarebbe lavato e poi, portando con sé i vestiti sporchi di sangue dentro il suo furgone, sarebbe andato a costituirsi. Nel racconto che avrebbe fatto al magistrato, il palermitano avrebbe parlato di una colluttazione, ma il giovane non avrebbe riportato segni di ferite o aggressioni.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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