CATANIA – “Liberalizzazione” è sempre una bella parola, e spesso anche la strada giusta per garantire servizi più rapidi ed efficienti, allentando quei vincoli che possono avere effetti negativi per la collettività. Perché non diventi un’arma a doppio taglio, però, occorre che le cose funzionino e che le regole di base vengano rispettate. Succede nell’economia, nella concorrenza che regola mercati e settori produttivi, e anche nel ciclo dei rifiuti, che da una ragionata flessibilità in fatto di orari può trarre in effetti notevoli vantaggi.
Non a Catania, purtroppo, dove la flessibilità ognuno se la concede autonomamente in abbondanza e fino agli eccessi più estremi, e dove l’area del porta a porta si è progressivamente estesa, cosa in sé positiva, fino all’ottavo step previsto da domani nella zona della city di corso Sicilia; e dove intanto i cassonetti sono proporzionalmente diminuiti, finendo però nel mirino dei pendolari dei rifiuti e degli stessi catanesi che preferiscono attraversare un paio di incroci per raggiungere il contenitore più vicino, piuttosto che adeguarsi al nuovo sistema di raccolta.
In una situazione già complicata, con percentuali di recupero rifiuti in picchiata, e in una fase di transizione molto delicata e anche troppo lunga dopo due gare a vuoto, che dovrà portare all’aggiudicazione dell’appalto settennale che prevede il porta a porta nell’intera città, c’è anche la questione dell’ordinanza che ormai dal febbraio 2014 ha liberalizzato gli orari della differenziata con i cassonetti (umido domestico escluso, che però è quasi a zero), provvedimento in sé ragionevole – limitato a carta, cartone, plastica, alluminio e vetro, ovvero rifiuti che non producono cattivi odori, se correttamente smaltiti – che in questo scenario si è però trasformato in un boomerang che aggrava una situazione già critica.
Tra cassonetti spesso pieni già al mattino, infatti, è sempre più complicato distinguere tra chi vorrebbe correttamente deporre al mattino la propria differenziata, cosa peraltro a volte quasi impossibile, e chi “approfitta” anche della liberalizzazione per gettare fuori orario il sacchetto con indifferenziata o rifiuti misti. Chi vorrebbe rispettare le regole e ha consapevolezza di quanto questo sia necessario è penalizzato e quasi in minoranza, chi comprende quali danni per l’ambiente stiano dietro un cassonetto dell’organico (praticamente tutti) pieno di rifiuti misti con tutte le conseguenze del caso, può solo sopportare questa anomalia divenuta ormai “regola”.
«La liberalizzazione dell’orario è stata fatta con l’obiettivo di agevolare la raccolta differenziata – dice l’assessore all’Ecologia Rosario D’Agata – ma il nostro problema è che troppi cittadini buttano ovunque sacchetti con rifiuti misti a qualsiasi ora. Esiste purtroppo in città questa mentalità diffusa che nei cassonetti si può mettere qualsiasi cosa, e questo è un aspetto abbastanza grave. L’ordinanza è ormai in vigore da tempo, ma non è escluso che in considerazione di questo non si possa valutare qualche modifica». Nella zona dei cassonetti, intanto, per indifferenziata e umido dal primo novembre e fino al 31 marzo sarà in vigore l’orario invernale (17-23), mentre la differenziata di carta, cartone, plastica, alluminio e vetro resterà “libera”, cosa che a quanto pare è difficilmente adattabile al senso civico di troppi catanesi.
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