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Morta incinta gemelle, si poteva salvare

Di Redazione |

MILANO, 5 NOV – Avranno tempo fino al 21 novembre per depositare le loro osservazioni alla consulenza disposta dalla Procura di Milano i legali degli indagati e della famiglia di Claudia Bordoni, la donna morta lo scorso 28 aprile alla Mangiagalli con le due gemelle che portava in grembo. Consulenza che, in sintesi, ha stabilito che la signora, affetta da endometriosi, avrebbe potuto salvarsi se i medici della clinica di via Commenda fossero intervenuti con un taglio cesareo. Secondo il consulente del pm Maura Ripamonti, titolare dell’inchiesta in cui rispondono di omicidio colposo una ginecologa, una psichiatra e due ostriche della struttura ospedaliera, la donna, al quinto mese di gravidanza per essersi sottoposta alla procreazione medica assistita, si sarebbe potuta salvare se il personale sanitario avesse approfondito i sintomi che si erano manifestati il giorno del decesso. In questo caso si sarebbe individuata la causa dell’emorragia e con un taglio cesareo, sebbene molto rischioso, si sarebbe potuta salvare.

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