Dipasquale «Fretta inspiegabile Io offeso come artista»
Dipasquale «Fretta inspiegabile Io offeso come artista»
Il direttore sostituito in corsa: «Sapevano benissimo che sarei andato via a fine stagione»
Direttore Dipasquale la sorprende la nomina del suo successore allo Stabile di Catania?
«Mi sorprende, eccome. Me la sono ritrovata all’improvviso».
Non dica che lei non ne sapeva nulla…
«Non ne sapevo nulla e non avevo concordato alcunché. L’ho scoperto ieri e devo dire che è anomalo che una scelta simile sia stata presa in sede di assemblea».
Non può certo negare che sulla sua proroga c’è stato uno scontro acceso anche col sindaco Bianco…
«Voglio ricordare solo come sono andate le cose. Il mio contratto scadeva a novembre scorso e già anticipatamente il cda del teatro mi aveva chiesto di restare per altri 4 anni. Io naturalmente, comprendendo la difficoltà del momento, ma comprendendo allo stesso tempo la necessità di un naturale avvicendamento avevo maturato serenamente la mia scelta e detto al consiglio d’amministrazione che non me la sentivo più di dirigere il teatro per altri 4 anni. Tra l’altro su questo punto ci sono verbali scritti. Ora il cda mi chiese comunque di restare sino alla fine della stagione per non interrompere una stagione già avviata e ho dato la mia disponibilità».
La richiesta di restare sino a giugno da chi le è stata fatta?
«Da tutto il Cda e dall’allora presidente Nino Milazzo che colgo qui l’occasione per ringraziare. Milazzo merita una attenzione e un rispetto per l’intellettuale che è, per la sua statura morale e per quello che ha dato veramente per il teatro Stabile. Allo stesso tempo ringrazio il vicepresidente Jacopo Torrisi per la collaborazione fin qui manifestata».
Arriva quindi la proroga per 7 mesi, ma qualche giorno dopo il sindaco Bianco le chiede un immediato passo indietro che però non arriva…
«Esatto. E questo atteggiamento lo trovo inspiegabile per il semplice fatto che io avevo avuto un colloquio con Bianco poco prima della proroga e avevo già annunciato al sindaco che non avrei accettato il rinnovo di 4 anni. Avevo chiesto e concordato, come è normale che sia, in qualche modo una uscita nei tempi e nei modi giusti. Ora tutto quello che mi stupisce è questo cambio di passo e soprattutto la fretta manifestata».
Lei come se la spiega?
«Uso la parola inspiegabile perché non riesco a spiegarmela».
Quindi lei qui sostiene che tutti sapevano che lei certamente sarebbe andato via a giugno. Ma allora perché tutta questa polemica?
«Non lo so, tant’è che un po’ il modo mi ha offeso. Insomma il cda mi aveva chiesto di restare altri 7 mesi, io ho accettato ed è scoppiata la polemica… ».
Comunque l’assemblea ha deciso le nuove nomine. Lei andrà via subito?
«Ho un contratto firmato. Il cda col quale mi sono sempre confrontato sarà il mio interlocutore anche in questa vicenda. Si vedrà se i modi, lo ribadisco, non saranno offensivi come sono stati finora. Devo comunque dire che l’intervento del neo assessore regionale Barbagallo in qualche modo mi conforta perché il suo atteggiamento è stato positivo, rispettoso e educato rispetto a quello che è avvenuto in passato. Quindi mi sento in grado di interloquire. Certo, però, mi si permetta di dirlo, per questa vicenda mi sento offeso come artista. Un artista non si tratta così e non si tratta così neanche un presidente uscente».
Ha già concordato un incontro col nuovo presidente, La Rosa?
«Lo incontrerò e gli riferirò tutto sull’attività del teatro, ribadendo come in questi anni, con un presidente come Milazzo e prima con la guida di Pietrangelo Buttafuoco, il teatro abbia tenuto un livello culturale e di qualità. E non è vanagloria. Lo dico perché i riscontri di qualità sono questi. Mi auguro che anche in futuro lo Stabile possa mantenere gli stessi requisiti di adesso».
Hanno però addebitato anche a lei le difficoltà finanziarie di questi ultimi anni.
«Tra il 2012 e oggi abbiamo avuto un taglio di oltre 4,5 milioni di euro che ha determinato una contrazione dei costi. Di fatto, però, tutto questo avvenne quando i soldi erano già stati spesi. Fu questo il vero problema».
Nessuno ha sperperato il denaro dello Stabile?
«Sfido chiunque a dimostrare il contrario».
Direttore Dipasquale secondo lei la politica deve mettere giù le mani dallo Stabile?
«Questo non lo dico io… Mi incuriosisce, però, sempre di più, come l’animo umano in una società dove ci sono ben altri problemi abbia come priorità l’assetto del teatro Stabile di Catania».
A questo punto Giuseppe Dipasquale andrà via da Catania?
«No affatto. Catania è la città dove continuerò a fare il regista».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA