La Regione: decisione sui punti nascita
La Regione: decisione sui punti nascita arrivato con l’ok del ministero della Salute
"Improprio fare paragoni con il caso della piccola Nicole"
“Sul tema della sicurezza l’assessore regionale della Salute ha più volte ribadito il rigore assoluto nel rispetto dei requisiti di legge vigenti a tutela della madre e del neonato. Pertanto, così come Aziende Sanitarie e Regione si atterranno alle prescrizioni dettate dal ministero della Salute per i punti nascita di Bronte e di Licata, potenzialmente derogati, in egual misura, qualora il Ministero dovesse rivedere il proprio giudizio, eventuali ulteriori punti nascita in deroga sarebbero parimenti messi in sicurezza dalla Aziende sanitarie e dalla Regione siciliana”.
Lo ha spiegato in una nota l’assessorato regionale alla saluta intervenendo sulla chiusura di alcuni punti nascita decisa dal ministero per i presidi che effettuano meno di 500 parti l’anno. I sindaci delle Madonie protestano per la chiusura di quello di Petralia.
“La competenza sulla deroga dei punti nascita – spiega l’assessorato – appartiene al ministero della Salute; alle Regioni ed alle rispettive Aziende sanitarie spetta il compito di mettere in sicurezza i punti nascita sui quali il Dicastero ha concesso la deroga”.
Nel 2014 in Sicilia i punti nascita che hanno registrato un numero di parti inferiore ai 500 sono stati 17, di cui 6 con numero di parti compresi tre 300 e 499, 8 con numero di parti inferiori a 300 e superiori a 100 e soltanto 3 con numero di parti inferiori a 100 (questi ultimi sono riferiti alle isole minori Pantelleria e Lipari e alla casa di cura Argento di Catania già chiusa), dice l’assessorato.
“Mettendo a confronto la percentuale di punti nascita con numero di parti inferiore a 500 sul totale dei punti nascita per ciascuna regione e provincia autonoma nonché la distribuzione dei punti nascita con parti inferiori a 500 nei tre intervalli presi in considerazione la Sicilia – continua – si colloca al di sotto della media nazionale (e a Regioni come Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Lazio che la seguono avendo un rapporto percentuale tra punti nascita al di sotto dei 500 parti e il numero complessivo dei punti nascita nelle regioni superiore a quello della Sicilia)”.
“La Sicilia – prosegue la nota dell’assessorato – è stata peraltro una delle poche regioni italiane (in tutto 6) che ha aderito al progetto di sorveglianza promosso dall’Istituto Superire di Sanità nell’area materno-infantile. La Regione Siciliana ha compiuto quindi passi importanti per garantire la sicurezza del sistema. Rievocare casi come quello della piccola Nicole non è attinente al contesto delle deroghe dei punti nascita, considerato che il parto è avvenuto in una casa di cura privata che effettuava più di 500 parti l’anno. A seguito di ciò l’assessorato regionale alla Salute ha revocato il 16 ottobre dello scorso anno il punto nascita della clinica Gibiino di Catania e la Giunta regionale si è determinata per la costituzione di parte civile”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA