Enna
Enna, la Sp 51 è percorribile ma il rischio di crolli è sempre in agguato
ENNA – È stata riaperta alla viabilità ieri mattina la Sp 51 “San Calogero” chiusa il 28 novembre per la caduta di alcuni massi dalle pendici. Questo, però, non deve far abbassare la guardia perchè questa zona necessita di ulteriori interventi. Le transenne sono state tolte dopo il vertice dei tecnici del Libero Consorzio comunale, ente proprietario della strada, e del Comune di Enna che è intervenuto per mettere in sicurezza le pendici affidando il lavoro ad una ditta specializzata con dei rocciatori. A provocare la chiusura della strada il distacco di massi e di “spritz beton”, un particolare tipo di calce utilizzata in passato per rafforzare le pendici.
Un intervento di messa in sicurezza era stato fatto anche lo scorso agosto dopo l’imponente incendio che mandò in cenere centinaia di ettari di pendici e vegetazione portando alla luce delle criticità che misero in evidenza la fragilità delle pendici ennesi. E sulla necessità di non abbassare la guardia è concorde l’assessore ai Lavori pubblici Dante Ferrari il quale dice subito che «sulla Sp 51 il problema non si conclude con questi interventi perchè in ogni momento può cadere una pietra».
Seppur non voglia creare allarmismo, Ferrari è consapevole che sulle pendici intorno al capoluogo serva un intervento radicale di messa in sicurezza che con le proprie forze il Comune non può gestire. Ecco perchè è stato avviato un discorso con l’università Kore come spiega lo stesso assessore ai Lavori pubblici: «Il Comune ha già in corso una interlocuzione con l’università Kore per una collaborazione. Noi vorremmo poter partecipare ad un bando che prevede il consolidamento delle pendici» spiega Ferrari evidenziando che «si tratta di un progetto molto grosso che richiede collaborazione e finanziamenti che il Comune da solo non può affrontare».
Le basi sono state dunque gettate e, aggiunge ancora Ferrari, «la procedura è già in itinere, ci sono stati contatti con università per collaborazioni tecniche da un punto di vista geo-tecnico e c’è già stato un primo volo con il drone per studiare il territorio».
L’utilizzo del drone impiegato ad agosto dalla Protezione Civile Anpas di Enna ha permesso di avere delle fotogrammetrie che ha permesso di avere una migliore visione delle condizioni delle pendici. In considerazione che le vie di accesso ad Enna sono poche e che le stesse sono spesso coinvolte nella stagione delle piogge da frane, si rende più che mai necessario programmare interventi che siano radicali e risolutivi.