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L’inchiesta scivolosa sui fedelissimi del deus Antimafia

Di Mario Barresi |

Catania – Ad esempio ci sono quelle due e-mail. La prima è di mercoledì 22 gennaio 2014, alle 11,11, con un’immagine allegata. E questo testo: «Il signor (…) è convocato domani 23 gennaio ore 9,30 presso dipartimento polizia penitenziaria via Largo Luigi Daga 2, X richiesta di passaggio presso altri ruoli della pubblica amministrazione, x gravi motivi di salute…». La seconda è del 12 marzo 2014 alle 16,45: due file jpg e un appunto: «(…) Termini Imerese 23.9.89 concorso per titolo di esami per reclutamento VFP4 nell’esercito data test 14 marzo…». A scrivere, in entrambi i casi, è Giuseppe Volante, detto Peppe. Ex assessore comunale e consigliere più votato alle ultime elezioni amministrative 2014, nella lista del Pd di Termini Imerese. Considerato un fedelissimo del senatore Beppe Lumia, deus ex machina del governo di Rosario Crocetta, accanto al quale sta lanciando il movimento “Riparte Sicilia”.

Lumia è il destinatario delle e-mail, alle quali non è dato sapere se e come abbia eventualmente dato riscontro. Ma non soltanto: il componente della commissione Antimafia è citato (atti, intercettazioni e testimonianze) in un’inchiesta per voto di scambio che la Procura di Termini Imerese – come rivela Panorama oggi in edicola con un articolo di Antonio Rossitto – ha chiuso. Tant’è che, nelle scorse settimane, sono stati notificati a 9 avvisi di conclusione indagine.

Lumia non è fra gli indagati.

Ma il suo nome compare, più volte, negli episodi che il pm Giacomo Brandini utilizza per argomentare l’ipotesi di reato a carico di Volante, che «appoggiava l’elezione a Sindaco di Burrafato Salvatore» (candidato gradito allo stesso senatore del Pd) e «offriva o prometteva, in diverse circostanze, a più elettori, utilità per ottenere il voto elettorale per sé e/o per altri» in a del 25 maggio 2014 e del successivo ballottaggio dell’8 giugno. Burrafato, infine, fu eletto. Ma lo scorso luglio s’è dimesso, perché travolto da un’altra inchiesta in cui è accusato di avere usato l’auto blu e locali comunali per usi personali.

Il big del Pd, dunque, non è neanche il destinatario finale dell’eventuale corruzione elettorale. Eppure nelle carte dei pm si parla esplicitamente di «interessamenti presso la segreteria del Senatore Lumia Giuseppe». Non direttamente, ma per interposta persona. Volante è un suo uomo di fiducia. E la Procura di Termini lo scrive con nitidezza: «Il Volante inoltra al contatto Lumia diverse richieste per seguire trasferimenti, avanzamenti in graduatoria o di attenzionare dei candidati in alcune procedure concorsuali». Qualche esempio? Il 9 aprile 2014 Volante invia alla mail personale di Lumia la richiesta del maresciallo Brucato, anche lui indagato. Il militare, scrive il pm Giacomo Brandini, «accettava le offerte e promesse di Volante di interessamento presso la segreteria di Lumia per una domanda di trasferimento già presentata, in cambio del suo voto elettorale». Il 21 maggio 2014, a quattro giorni dalle elezioni, Volante invia un sms a Lumia: «Puoi vedere per Brucato Emanuele? Alessandra sa tutto: uscita graduatoria trasferimenti, lui è 100esimo…». Come finisce? Il maresciallo ottiene il posto. «La domanda di trasferimento ha trovato accoglimento nel mese di giugno 2015, consentendogli di essere trasferito presso la stazione dei carabinieri di Bagheria».Il fido Volante si attiva, sempre tramite la segreteria del senatore, pure per un’altra domanda di trasferimento in Sicilia dell’agente di polizia penitenziaria in servizio in Valle d’Aosta: Giuseppe Moreci, anch’esso indagato per corruzione elettorale. Il 20 maggio 2014, a pochi giorni dal voto, il militare aggiornamenti: «Già a Roma, segreteria Lumia», gli risponde Volante. Il quale invia alla segreteria del senatore almeno altre tre domande di trasferimento, con indicazioni precise. E, di fronte, alle richieste di aggiornamenti, rassicura: «Mi ha chiamato Lumia, ti devi fidare» scrive a un “richiedente favore”. Siamo al 3 giugno 2014, alla vigilia del ballottaggio.

Fin qui soltanto “messaggi nella bottiglia”. Lanciati dai questuanti a Volante e poi girati alla segreteria del senatore. Senza nessuna prova che Lumia c’entri davvero qualcosa sull’effettivo successo di alcune delle istanze raccolte dall’aspirante consigliere comunale. Né sull’effettivo legame politico fra i due. Ma, in quest’ultimo senso, diventa interessante un verbale di sommarie informazioni, sottoscritto il 4 maggio da Salvatore Calafato (altro indagato) ai carabinieri di Nonantola, in Emilia Romagna. L’uomo racconta che «nei mesi precedenti al maggio 2014, versando in difficoltà economiche a causa della perdita del posto di lavoro (…) mi rivolsi all’onorevole Lumia» per «chiedere aiuto a trovare un impiego». La risposta fu che «avrebbe fatto qualcosa per aiutarmi, riferendomi che vi era qualche possibilità con la costruzione dell’interporto». Lumia, racconta il disoccupato, «mi comunicava di rivolgermi, quale suo referente» a Voltante e «mi chiedeva pertanto di aiutare il Volante nella campagna elettorale per il consiglio comunale». Calafato e la sua famiglia votano per il consigliere del Pd. E l’elettore bisognoso, per provare il sostegno, fotografa la scheda elettorale nella cabina e invia un “mms” al destinatario della preferenza.

Un’altra voce significativa è quella di Gennaro Petruzzelli, comandante dei carabinieri di Termini. Il capitano, si legge nella Cnr della polizia giudiziaria, racconta di aver ricevuto una telefonata da Lumia che, il 21 giugno 2014, gli chiede un incontro. Il senatore, rivela il carabiniere, il giorno dopo gli chiese «cosa pensavo in merito alla vicenda giudiziaria che vedeva coinvolto Volante», oggetto qualche giorno prima di una perquisizione. Lumia gli chiede un consiglio: Volante si deve dimettere? Il comandante fa il vago: «Non conosco gli sviluppi delle indagini e comunque si tratta di una valutazione politica che non mi riguarda», gli risponde. Tre giorni dopo, il 24 giugno, Volante si dimette.

Ma l’indagine sulla quale il suo riva avanti. E oggi arriva a un passo dalla richiesta di rinvio a giudizio. Con grande imbarazzo per il senatore, il quale ieri ha saputo che il suo candidato alla segreteria del Pd, Michele Emiliano, sentito dalla Stampa, non vuole saperne di essere sostenuto anche dal “collega” Crocetta. Mala tempora currunt, per i paladini della legalità.Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA