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Terremoto ad Aci Catena: Intercettato mentre spartiva col suo uomo di fiducia 15mila euro di una ditta vincitrice di appalti comunali

Di Vittorio Romano |

Sono parole del procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, pronunciate in occasione della conferenza stampa in cui sono stati svelati i dettagli di un’operazione che ha portato all’arresto da parte della Dia, in esecuzione di provvedimenti emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, di tre soggetti ritenuti responsabili del reato di “corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio”. Si tratta di Ascenzio Maria Catena Maesano, 57 anni, sindaco del Comune di Aci Catena, incarico ricoperto dal 2012 e, in precedenza, per due mandati nel periodo compreso tra il 1999 e il 2008; Orazio Barbagallo, 67 anni, attualmente consigliere comunale di Aci Catena e presidente della I Commissione consiliare Bilancio e Finanze, già dirigente dell’Area economico-finanziaria fino al 2010; Giovanni Cerami, 69 anni, imprenditore, dal 2004 direttore generale della Halley Consulting Spa, e in precedenza, dal settembre 2001 al febbraio 2003, amministratore unico della Srl Halley (oggi Etno Data Informatica e Servizi Srl).

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Gli episodi di corruttela hanno riguardato il rinnovo del contratto di fornitura, in favore del Comune di Aci Catena, del servizio di assistenza e manutenzione dei sistemi software e hardware e l’aggiudicazione del progetto esecutivo denominato “Home Care” e finanziato dall’Unione europea per l’importo di 252.000 euro alla società Halley Consulting Spa. Una volta emessi gli atti illegittimi, Cerami ha consegnato a Barbagallo una somma di 15.000 euro a titolo di tangente, che quest’ultimo ha provveduto a ripartire in parti uguali con il sindaco Maesano. Tale somma, secondo gli investigatori, costituiva «l’ennesimo pagamento effettuato dal Cerami in favore dei pubblici funzionari, che erano soliti ripartire a metà gli illeciti profitti».

«È molto probabile che l’amministrazione comunale di Aci Catena attribuisse contratti di appalto col sistema della corruzione – ha detto il sostituto procuratore Pasquale Pacifico -. Con quest’operazione colpiamo una zona grigia in un territorio che crea preoccupazione per i soggetti coinvolti, e non escludiamo, nel prosieguo delle indagini, di scoprire che siano coinvolti anche esponenti vicini ad ambienti criminali». Ecco perché il coinvolgimento della Direzione investigativa antimafia, ieri presente nella saletta della Procura con il capo di Catania Renato Panvino e col responsabile investigazione nazionale Maurizio Calvino. «Quello che più ci ha impressionato, da uomini di Stato, è l’atteggiamento da consumati criminali messo in essere dal sindaco Maesano e dal consigliere comunale Barbagallo, che hanno cercato in tutti i modi di eludere le intercettazioni utilizzando poco e niente i cellulari e parlando un linguaggio criptico, elemento, questo, che ci ha insospettito – ha detto Panvino -. Il fatto poi che si siano incontrati in aperta campagna per poter condividere il momento della spartizione del denaro conferma che i due si muovevano con atteggiamenti criminali. I nostri uomini hanno poi scoperto – ha concluso il capo Dia di Catania – durante una perquisizione in casa di Maesano, una scatola di scarpe con all’interno 3.500 euro in contanti».

La mattina del 4 giugno Maesano e Barbagallo si sono sentiti telefonicamente concordando di vedersi di lì a poco. Il tenore della conversazione permetteva agli investigatori della Dia di comprendere la natura illecita dell’incontro. Infatti, trascorso un breve lasso di tempo dalla telefonata, i due si incontravano e, dopo aver adottato ogni precauzione al fine di non essere intercettati o filmati, si recavano in area di campagna lontano da “occhi indiscreti” e lì procedevano alla ripartizione della tangente dell’ammontare di 15.000 euro. Nonostante le cautele adottate dai due pubblici amministratori, questi venivano intercettati in modo inequivocabile e cristallino, tanto da consentire agli investigatori di risalire alla dinamica dei fatti illeciti commessi.

«Il primo contratto con la stessa ditta coinvolta in questo procedimento risale al 1996 – ha detto il sostituto procuratore Barbara Laudani -. Le nostre indagini mirano dunque a stabilire se ci siano altri episodi illeciti e altri amministratori coinvolti». Alla conferenza stampa erano presenti, tra gli altri, anche il procuratore aggiunto Michelangelo Patanè e il sostituto procuratore Antonella Barrera.

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