Politica
Diciotti, Salvini in Senato si commuove: «Ho fatto il mio lavoro insieme ai Cinque Stelle»
Ha preso il via in Senato il dibattito per ilvoto per l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno finito sotto inchiesta per sequestro di persona aggravato nell’ambito della vicenda Diciotti.
E lui ha preso la parola dai banchi della Lega a Palazzo Madama senza nascondere una certa emozione: «Scusate, non mi emoziono quando parlo ma quando c’è di mezzo un reato e di solito vado a braccio ma… in questo caso me lo sono scritto perché se mi si accusa che, col mio lavoro ho fatto privatamente qualcosa che ho fatto e farò per difendere la sicurezza del Paese e dei miei figli, allora perdonate, un po’ di emozione».
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Poi ha difeso la sua condotta e ha chiamato in causa i Cinque Stelle: «Si legge nella ricostruzione del tribunale – ha detto Salvini – che il dirottamento ha comportato un allungamento della traversata invece di 50 miglia e non 100. E ogni riferimento alla vicenda della nave Mare Jonio mettendo a rischio le persone, è esattamente la fattispecie simile. Il governo ha sviluppato misure e azioni per la lotta al contrasto dell’immigrazione clandestina e ringrazio i colleghi 5 Stelle perché le cose si fanno in due, evidentemente».
«Amo l’Italia e miei figli e il mio lavoro – ha detto – mi ritengo un ragazzo fortunato, ringrazio il buon Dio e gli italiani per l’onore di poter difendere con il mio lavoro che penso di svolgere con onestà, buon senso, coraggio. Comunque votiate vi ringrazio, siate certi che continuerò il lavoro senza nessuna paura, sennò farei un altro mestiere».
Il ministro dell’Interno ha poi spiegato la sua versione dei fatti: «Venuto a conoscenza dell’esistenza di indagine ho atteso le valutazioni del tribunale restando a disposizione dell’autorità giudiziaria e astenendomi dal depositare atti e memorie volte a ottenere il riconoscimento della natura ministeriale del reato che mi si contesta. Cinque diversi uffici giudiziaria, cinque, hanno autonomamente ravvisato la natura ministeriale delle condotte attribuitemi».
Il voto dovrebbe essere scontato – con l’aula di Palazzo Madama che dovrebbe negare l’autorizzazione a procedere per Salvini – ma tra i Cinque Stelle le sensibilità sono molto diverse. Gregorio De Falco, transitato nel gruppo misto, ha preso la parole: «Voglio fare un appello, non posso non fare un vero e proprio appello ai colleghi del M5s. In questo caso si tratta di un odioso privilegio svincolato da qualsiasi criterio obiettivo: spero che vogliano votare da donne e uomini liberi».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA