Crac Ragusa Latte, gli allevatori in Procura: «Siamo pronti a denunciare tutti»
Di Giuseppe La Lota |
RAGUSA – “Siamo pronti a vuotare il sacco sulle cose che sappiamo”. Una decina di allevatori-soci della Ragusa Latte accolgono l’appello della Procura e si dichiarano pronti a essere sentiti su fatti di loro conoscenza in merito al paventato crac dell’azienda che prima era il fiore all’occhiello del comparto lattiero-caseario della provincia. Per un disguido tecnico ieri l’incontro degli allevatori presso la sede della Guardia di finanza di via Archimede è saltato. Gli allevatori adesso chiedono di essere ascoltati direttamente dal procuratore capo della Repubblica Carmelo Petralia. Possibilmente prima della firma tramite pec del concordato liquidatorio.
Cos’hanno da dire gli allevatori alla Procura della Repubblica? Fatti di loro conoscenza in qualità di creditori-vittime dell’azienda sulla quale la Gdf indaga da tempo per i reati di presunta truffa e bancarotta fraudolenta. In questi giorni quindi gli allevatori saranno ricevuti in Procura. “Vogliono parlare direttamente con il procuratore capo dott. Petralia- afferma Mariano Ferro che guida la protesta degli allevatori- Dichiarazioni spontanee sui fatti gravi di cui sono a conoscenza, accaduti negli ultimi anni nella gestione della Cooperativa”.
Esternazioni che metteranno altra adrenalina nei confronti di chi negli ultimi anni ha responsabilità nella vita della Ragusa Latte giunta a un passo della bancarotta. “Chiediamo chiarezza e verità presto – prosegue Ferro – nel più breve tempo possibile su quanto è accaduto. Nel frattempo entro fine mese “ob torto collo” bisognerà votare un concordato che, anche alla luce dell’inchiesta, loro stessi hanno tutta l’intenzione di respingere, anche perché paradossalmente le indagini in corso per truffa potrebbero portare gli stessi allevatori a firmare una proposta di concordato redatta da chi li avrebbe truffati”. Per quanto riguarda le indagini, nulla trapela dalla Guardia di finanza e dalla stessa Procura. Niente si sa se ci sono persone iscritte sul registro degli indagati e a che punto è l’inchiesta iniziata più di un anno fa proprie per le anomalie emerse nei confronti degli allevatori. Quali altre novità prima tenute nascoste avranno da dire gli allevatori al procuratore della Repubblica? E che nuovo impulso e indirizzo potranno dare all’inchiesta tuttora in corso?
“Una situazione- dice Ferro- che li vedrebbe danneggiati dal mancato introito di sei milioni di euro del latte conferito e beffati dal funzionamento di una giustizia che da una parte indaga per truffa e dall’altra ti fa firmare il concordato con una Cooperativa su cui si indaga per truffa. Non sarebbe preferibile prima di approvare o respingere un concordato sapere con chi si ha a che fare? Potrebbe essere la prima volta che dei truffati firmano un concordato con i loro truffatori”. Per la cronaca, ricordiamo che il 12 gennaio scorso una cinquantina di allevatori si sono presentati in Tribunale per l’adunanza dei creditori davanti al giudice Elisabetta Trimani. All’ordine del giorno, la firma del concordato, un accordo al 30% del credito vantato. Solo in pochi avrebbero aderito, gli altri si sono riservati di decidere entro la fine del mese. Dovranno pronunciare sì o no tramite pec. Della vicenda Ragusa Latte, i Forconi hanno inviato denunce e documentazione anche alla Commissione regionale Antimafia. Le persone che dovrebbero firmare il concordato sono circa 500 fra allevatori, dipendenti dell’azienda e fornitori a vario titolo.