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Le parole dell’Arte di Pablo Dilet/Dario La Rosa

Il giornalista palermitano Dario La Rosa con lo pseudonimo Pablo Dilet trasforma le parole in installazioni d’arte per diffondere concetti positivi facendo perno sulla bellezza

Di Leonardo Lodato |

«Pablo Dilet nasce durante l’estate del 2016, dopo una riflessione, da giornalista, sul valore delle parole e su come potessero trasformarsi in qualcosa di tangibile. Il mio desiderio, un po’ per frenare la velocità e la poca attenzione con cui oggi diciamo certe cose, era quello di far scontrare materialmente la gente con parole di grande peso. E’ nata così l’installazione Thank You. La riconoscenza credo sia uno dei sentimenti più belli, ma che va costruito quotidianamente perché sia efficace. Ho scelto allora di realizzare la parola usando mattoncini di plastica rossi. Da lì è iniziato questo bellissimo percorso che mischia parole, arte e valori sociali».

Dario La Rosa

Dario La Rosa/ Pablo Dilet

A spiegarlo è Dario La Rosa, giornalista palermitano, che, con lo pseudonimo di Pablo Dilet, ha voluto dare sfogo alla sia meravigliosa voglia di osservare il mondo che gli ruota intorno e, soprattutto, di trasmettere agli altri le proprie sensazioni. La scorsa estate una tua installazione, Plastic, è stata protagonista alle Isole Egadi per poi spostarsi anche in altre zone della Sicilia. Qual è il significato di quest’opera?«Il mare sta sempre più diventando una pattumiera di plastica. Per frenare questo andamento la plastica andrebbe ingabbiata perché smetta di essere nociva per noi e i pesci, oltre che per altri animali. Ne è nata così una installazione che ingabbiava fisicamente la plastica raccolta da oltre cento bambini fra le spiagge delle Egadi. E dentro c’è anche il tappo estratto dallo stomaco di una tartaruga salvata nei giorni della raccolta. Non nuotava più. Fortunatamente Cassiopea, questo il suo nome, è tornata in libertà».

Plastic di pablo dilet

Plastic di Pablo Dilet

Dici che, a un certo punto della tua vita professionale, ti sei accorto che la parola (scritta o parlata che sia) non basta se si vuol trasmettere agli altri dei messaggi positivi. In questa “evoluzione” della tua attività di “comunicazione”, in che modo pensi che l’arte possa avere un peso specifico di rilievo?«L’arte consente di regalare una ‘visione’. Ciò che in un testo sembra tutto uguale (a meno di leggere veramente le parole stampate) con una installazione assume quasi un effetto magico, attrae. Se allora questa capacità di attrarre attraverso la bellezza diventa anche uno strumento per diffondere valori positivi, allora si raggiunge un obiettivo che non è solamente estetico ma acquista anche un altro valore che definirei educativo».

L'unione fa la forza pablo dilet

L’unione fa la forza di Pablo Dilet

Quali sono i tuoi prossimi progetti?«Mi piacerebbe poter dire che nei prossimi progetti ci sono la carta dei libri, la sabbia del mare ed anche i pedali di una bici. Elementi semplici, naturali. Tele bianche su cui poter tessere storie che viviamo ogni giorno ma di cui spesso non ci accorgiamo neanche. C’è anche l’ironia, la voglia di saper cogliere il buono anche dalle cose più banali e soprattutto un punto di vista personale delle cose più viste e riviste. Ciò si tradurrà in un’opera dal titolo Futtitinni che sarà presentata a Palermo a dicembre. Un barattolo contenente magici confetti del ‘vivere sano’. Un piccolo inno alla gioia».

Futtitinni di Pablo dilet

Futtitinni di Pablo Dilet

In che modo ritieni che le istituzioni possano aiutare te come qualsiasi altro giovane artista siciliano a venire fuori dal proprio recinto geografico?«Posso dire che manca l’ascolto. E dove c’è è distratto. Il motto secondo il quale ‘chi va via riesce’ è dettato spesso dalle opportunità che si possono concretizzare lì dove si è disposti ad ascoltare, capire il valore e, di conseguenza, investire sia per il bene comune che per business privato. Se così fosse la Sicilia avrebbe di certo un altro bel primato».l.lodato@lasicilia.it

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